Jeromer Brunner
:"l'attività
intellettuale, attraverso le sue categorie, dirige il processo
percettivo e formula
ipotesi sull'identità degli oggetti
......
"
Ulric
Neisseir a metà degli anni '60 dimostra
sperimentalmente la labilità delle funzioni cognitive umane .
Nel
1967 afferma: "la psicologia cognitiva si occupa di tutti quei
processi per mezzo dei quali l'input sensioriale viene trasformato,
ridotto, elaborato, immagazzinato, recuperato ed infine utilizzato".
Scrive
tra l'altro (1976) New look on perception pubblicazione che assegna
il termine "cognitivismo"
Gerald Reicheril paziente HMG
Il termine cognitivo designa, da un lato, un gruppo specifico di processi psicologici che sono quelli più strettamente legati alla conoscenza; dall'altro, invece, non designa un'area di problemi della psicologia, ma un modo di studiare la mente umana, un modo di fare psicologia per cui si usa l'espressione ‘cognitivista’.
Cognitivismo
La psicologia cognitiva si occupa di tutti i processi per mezzo dei quali l’input sensoriale viene trasformato, ridotto, elaborato, immagazzinato, recuperato ed infine utilizzato (Neisser 1967)
Un testo molto di moda all'inizio del XX secolo nello studio della psicologia negli Stati Uniti fu Behaviorism di John B. Watson (1924) Il tema centrale del libro era costituito da un'opzione metodologica: quella di costruire una psicologia fondata unicamente sul COMPORTAMENTO MANIFESTO, cioè su quanto del comportamento di una persona può venire osservato direttamente, da cui seguì il cosidetto comportamentismo che si limitava a misurare risposte a stimoli in quanto osservabili.
Il cognitivismo invece fece riemergere quanto il comportamentismo aveva respinto e ripropose l'IMPORTANZA DI COMPRENDERE CIO' CHE NON E' OSSERVABILE ovvero le trasformazioni subite dall'informazione nel corso degli eventi fra stimolo e risposta e in tal senso dal punto di vista metodologico il cognitivismo, misurando ciò che non è direttamente osservabile si dissocia dal comportamentismo creando una corrente teoretica e metodologica a sè stante.
George Miller (1956) dimostrò che la LIMITATA CAPACITA' della memoria a breve termine è responsabile dei limiti di prestazione in una grande varietà di compiti E QUESTA LIMITATEZZA NON E' OSSERVABILE MA DIMOSTRABILE quindi dal punto di vista metodologico seppur si tratta di approcci completamente diversi troviamo maggiore affinità con lo studio di materiale non osservabile quale quello onirico (Freud) piuttosto che con il comportamentismo.
Nel 1958 Donald Broadbent teorizzò il modello del filtro applicato ai compiti di ascolto selettivo in quanto era evidente che due messaggi presentati simultaneamente a un orecchio fossero difficilmente percepibili vi era pertanto un'alternanza d'ascolto e una ricostruzione a posteriori distorta ma percepita come esatta dall'ascoltatore.
In questo caso per il comportamentismo il "comportamento osservabile" sarebbe la convinzione di esattezza dell'ascoltatore cosa molto diversa da quanto il cognitivismo si proponeva di studiare.