Peptidi neuro attivi e neurotrasmettitori a basso peso molecolare possono coesistere nelle stesse vescicole di un neurone, la combinazione di queste sostanze da luogo a una stessa azione neuronale.
Per esempio l’acetilcolina e il peptide intestinale vasoattivo vengono liberati contemporaneamente dallo stesso neurone presinaptico per poi esercitare un’ azione sinergica sulla stessa cellula bersaglio.
Altro esempio è la liberazione contemporanea di glutammato e dinorfina a livello dei neuroni dell’ippocampo, con l’azione eccitatoria del glutammato (ma non dimentichiamo che il GABA ad azione prevalentemente inibitoria viene sintetizzato a partire dal glutammato) e l’azione inibitoria della dinorfina; quindi la trasmissione da neurone a neurone può essere una co-trasmissione, altro esempio è la co-liberazione di due neuro trasmettitori a basso peso molecolare quello del glutammato e della dopamina da parte dei neuroni che proiettano allo striato ventrale (Schwartz-Javitch 2013), lo striato ventrale è implicato nei meccanismi del rinforzo, nelle sensazioni di piacere e paura e nell’insorgere dell’effetto aspettativa, qui se si blocca il recettore dopaminergico (psico-farmaci antipsicotici) non si agisce sull’intero meccanismo perché il glutammato continua ad essere liberato e il glutammato è anche precursore del GABA.
Quali pasticci può quindi fare per esempio uno psicofarmaco cosi detto anti-dopaminergico per la cura delle psicosi come per esempio l’aloperidolo? (Serenase)
Il glutammato viene liberato insieme alla dopamina in risposta ai diversi tipi di scarica dei neuroni dopaminergici, aumentando l’immagazzinamento delle monoamine vescicolari variando il gradiente pH che guida appunto il trasporto delle monoamine; vengono chiamati neuroni dopaminergici ma non funzionano solo con dopamina, sono inseriti in circuiti neuronali complessi e ogni neurone ha sofisticati meccanismi di bio-feedback/feedforward.
Le tecniche istochimiche utilizzate per localizzare la complessità della co-liberazione di più neurotrasmettitori si sono avvalse del fatto che catecolamine e serotonina formano derivati fluorescenti quando vengono esposte a vapori di formaldeide, visibili e distinguibili con microscopi a fluorescenza.
Questo non esclude che il sistema nervoso sia ancora più complesso, di certo esclude la semplificazione astratta che fin ora è stata fatta per giustificare trattamenti psico-farmacologici di cui non si conoscevano gli effetti sul cervello, una cosa è certa: l’aspettativa di vita di chi utilizzava continuativamente questi farmaci è statisticamente diminuita di molti anni.
Concludendo, fra interessi commerciali della aziende produttrici di farmaci e interpretazioni semplicistiche sul funzionamento del sistema nervoso centrale sono stati fatti presumibilmente danni incalcolabili che hanno prodotto serie patologie iatrogene di natura cerebro-neuronale, derivate da un superficiale uso di farmaci psicoattivi. La cosa più scandalosa è che questo si è allargato all’infanzia dove ogni reazione comportamentale viene fatta ricondurre a ipotetici squilibri chimici del cervello, interferendo con un ancora più delicato sistema bio-fisico: lo sviluppo.