L’espressione “processi cognitivi” indica tutti i processi attraverso i quali le informazioni sensoriali, vengono: trasformate, elaborate, immagazzinate, recuperate, usate (Ulric Neisser)
I fondatori della psicologia cognitiva (E.Tolman, F. Bartlet, G.Miller, N.Choamsky, U.Neisser, H. Simon) convinsero la comunità scientifica delle limitazioni del comportamentismo, basandosi sulle prime indagini degli psicologi della Gestalt, degli psicoanalisti, dei neurologi.
Quindi sin dall’inizio i cognitivisti si posero in discordanza con il comportamentismo e non come “approfondimento” e dimostrazione scientifica del comportamentismo.
Ciò che distingue i cognitivisti dai comportamentisti è un sostanziale diverso approccio concettuale e la complessità dei metodi utilizzati.
Inoltre semmai i cognitivisti trovano concordanza con la Gestalt e la psicoanalisi di certo non con il comportamentismo.
Nel 1869 Herman Helmotz misurando la velocità di conduzione dell’impulso nervoso e del tempo di reazione, si rese conto che il tempo di reazione è molto più lento del tempo necessario perché le informazioni raggiungano il cervello.
Freud approfondendo l’ipotesi di Helmotz divise la vita mentale inconscia in: implicita, dinamica inconscia e preconscia.
La memoria implicita viene attualmente attribuita allo striato, cervelletto e amigdala.
La dinamica preconscia si trova a livello corticale, in particolare a livello della corteccia prefrontale (pianificazione delle azioni da eseguire nel futuro immediato) mentre presumibilmente la dinamica inconscia è sostenuta dall’integrazione simultanea delle aree sottocorticali e corticali (conflitti, pensieri repressi, impulsi sessuali e aggressivi).
Questo evidenzia quanto cognitivismo e neuroscienze siano concordanti più con la psicoanalisi che con il comportamentismo.
E’ con lo sviluppo della “magneto elettroencefalografia” che si sono messe in relazione , direttamente dal vivo le modificazioni delle attività di un gran numero di neuroni con particolari stati mentali, inoltre l’uso di tecniche fondate sull’uso di marcanti sensibili al voltaggio e al calcio ha permesso di studiare l’attività di grandi aggregati di neuroni, e l’introduzione di canali ionici sensibili alla luce ha permesso l’attivazione o l’inattivazione dell’attività neuronale nel corso dell’esecuzione di specifici comportamenti.
Questo ha permesso di validare le ipotesi sperimentali dei cognitivisti, i quali erano convinti che vi fossero dei precisi processi interni nel soggetto e che il soggetto non fosse pertanto da considerare come una “tabula rasa” da poter addestrare come si voleva, assunto principale del comportamentismo.
Pertanto la psicoterapia cognitivo comportamentale è un assurdo teorico, sarebbe come se si parlasse di teoria tolemaico-copernico-galileiana, la teoria copernicana non può essere un approfondimento della teoria tolemaica, (teoria copernicana dimostrata da Galileo), come il cognitivismo non può essere un approfondimento del comportamentismo, (cognitivismo dimostrato dalle neuroscienze), semplicemente il cognitivismo pone come sbagliato il comportamentismo e questo viene dimostrato dalle neuroscienze.