3 articolo blog orsitrentino.wordpress.com KJ2 il progetto orsi in trentino dovrebbe essere gestito da persone estranee al trentino.

qui la petizione da firmare 

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Gruppo KJ2

Il progetto di ripopolamento di fauna selvatica fu voluto dalla Comunità Europea per riequilibrare gli ecosistemi, ma gestito dal trentino in modo esclusivamente affaristico per fare gli interessi di un piccolo gruppo di persone, prevalentemente cacciatori, che avrebbero voluto   trasformare (utilizzando denaro  pubblico), questo progetto in un progetto a propria misura, ovvero una riserva di caccia all’orso.

E’ un dibattito che si è aperto a livello internazionale con l’uccisione di Daniza.  A differenza di Abruzzo e Marche , (anche queste regioni  sono interessate da progetti di ripopolamento di fauna selvatica – orsi) dove hanno un diverso rispetto per la natura ( quando qualcuno del posto agisce, avvelenando orsi, intervengono localmente per fargli passare la voglia), in trentino invece stanno montando una “situazione di pericolosità” dell’orso, molestando orse con cuccioli, e questo porterebbe a poter sostenere che il numero di orsi sia eccessivo e che sarebbe utile aprire  stagioni di “caccia all’orso”, naturalmente gli animalisti dicono che in situazioni di evidente sovrannumero basterebbe sterilizzare per contenere il numero di esemplari,  che andrebbero spostati da valle più in alto dove non ci sono paesi e abitanti, che si potrebbero evitate sovraffollamenti di orsi in determinati posti, e altre soluzioni non cruente, ma i trentini si ostinano  a lasciare gli orsi a valle dove ci sono paesi e persone. E’ questa loro ostinazione che fa capire che a monte del problema potrebbe esserci cattiva fede e che stia prevalendo la posizione del “gruppo di cacciatori”, di cui farebbero parte, anche magistrati e politici del posto, chi ha emesso l’ordinanza di uccisione dell’orso è stato eletto anche con il voto di questo “gruppo cacciatori” che nelle valli del trentino è piuttosto consistente.

Quindi la domanda finale è: è giusto fare una riserva di caccia all’orso con i soldi pubblici? Oppure è più giusto proseguire con il progetto di riequilibrio dell’ecosistema  trentino spostando progressivamente gli orsi più in alto? E obbligando gli allevatori a fare recinzioni adatte a tutelare i loro animali (invece di chiedere sempre risarcimenti con soldi pubblici) ponendo delle barriere per evitare che gli orsi scendano a valle, aumentando la vegetazione a monte, che serve per il loro nutrimento (bacche di vario tipo)  infatti c’è anche questo problema i trentini spazzolano tutto (mirtilli funghi …) e gli orsi cercano progressivamente più a valle il cibo. In altre parole chiediamo che il progetto sia gestito o quanto meno severamente controllato con poteri decisionali, da persone che non siano del posto, perchè se il progetto a favore dell’ecosistema alpino viene gestito dai trentini questi fanno il loro esclusivo interesse e tornaconto a danno della collettività e degli orsi.

admin

2 articolo blog orsitrentino.wordpress.com da Life Ursus a Death Ursus.

tutto quello che si deve sapere sul Trentino e la sua politica_97324738_bearbodyitalyalamy

(20 agosto aggiornamento con tutti  gli orsi) di Gloria Kolber

Lista di tutti gli orsi uccisi in Trentino Lista degli orsi trentini rinchiusi, deceduti o scomparsi

OTTO DEI DIECI ORSI SLOVENI IMPORTATI IN TRENTINO FRA IL 1999 E IL 2002 SONO DECEDUTI: IRMA, BRENTA, VIDA, MASUN, MAYA, JOZE, KIRKA, DANIZA, KJ2.

Di seguito l’elenco degli orsi rinchiusi o morti (con annesse cause) dall’inizio del progetto ad oggi.

1) JJ2 (Alias ‘Lumpaz’)

SCOMPARSO
Arrivato in Engadina (Svizzera) nell’estate 2005, se ne sono perse le tracce.

2) JJ1 (Alias ‘Bruno’)

ABBATTUTO
Figlio di Jurka e Joze, abbattuto a fine 2006 in Baviera (Germania) e impagliato in un museo.

3) DJ3 (Alias ‘Aurora’)

CONFINATA
Catturata e tenuta a San Romedio (TN) nel giugno del 2007, trasferita a Casteller (TN) nell’aprile 2008.

4) Jurka

CONFINATA
Catturata e sterilizzata nell’ottobre 2007, prima a San Romedio (TN), poi dopo 10 mesi a Casteller (TN), dove però diventa silenziosa ed apatica. A seguito delle richieste da parte degli animalisti viene trasferita nel Parco alternativo per lupi e orsi della Foresta Nera in Germania.

5) JJ3

ABBATTUTO
Abbattuto nel 2008 all’età di 2 anni nel Cantone dei Grigioni in Svizzera.

6) KJ2G1

DECEDUTO PER ANNEGAMENTO IN SEGUITO AD ANESTESIA
Femmina di 2,5 anni, nipote di Jurka, morta annegata nel lago Molveno nel 2008 in seguito a telenarcosi. Colpita mentre cercava cibo nei cassonetti.

7) F11

CAUSE SCONOSCIUTE
Cucciolo di femmina di 3 / 4 mesi i cui resti sono stati rinvenuti in val Nambrone il 26 aprile 2012

8) JJ5

DECEDUTO IN SEGUITO AD ANESTESIA
Morto all’età di 6 anni, nel giugno 2012. Era stata piazzata una trappola a tubo nei boschi intorno a Monte Terlago. La mattina del 12 giugno la squadra della Provincia di Trento, composta da forestali e veterinari, era salita fino alla trappola in attesa dell’orso. Appena l’animale si era infilato nel tubo i veterinari lo avevano anestetizzato per marcarlo tramite radio collare GPS, come da protocollo del progetto. L’animale non si è più risvegliato.

9) M12 (Alias ‘Mico’)

INVESTITO DA UN’AUTO
Maschio di 3 anni, travolto e ucciso da un’auto nel giugno 2012 – Impagliato ed esposto al Museum Ladin Ursus Ladinicus di San Cassiano in Badia.

10) F10

CAUSE SCONOSCIUTE
Orsa di 2,5 anni, morta per cause sconosciute, è stata ritrovata il 20 settembre 2012 nei boschi sopra Caderzone (Val Rendena).

11) DJ1G1

CAUSE SCONOSCIUTE
Orso di 5,5 anni, rinvenuto morto il 22 ottobre 2012 in provincia di Sondrio per cause sconosciute.

12) M13

ABBATTUTO
Fratello di M12, abbattuto in Svizzera nel 2013.

13) M11 (Alias ‘Lorenzo’)

BRACCONAGGIO
Rimasto orfano viene allevato cresciuto ed alimentato da Alberto Staffella del Corpo forestale regionale Trentino. Rimesso in libertà viene ucciso ad opera di bracconieri nel 2013. Corpo mai ritrovato. Ma sembra che i trentini sappiano dove sia stato sepolto il corpo (Val di Gresti).

14) M14

INVESTITO DA UN’AUTO
Fratello di M12 e M13, investito nei pressi di Chiusa nel 2013, impagliato e conservato nel Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige a Bolzano.

15) MJ4 (Alias ‘Dino’)

ABBATTUTO
Dino rischiò di morire strozzato a causa del collare senza drop-off che gli era stato applicato per il monitoraggio. Frequentava l’altopiano di Asiago, scomparso dall’altopiano si vociferò fosse stato ucciso in Veneto e conservato in freezer per essere mangiato. Invece l’orso Dino è stato ucciso il 15 marzo 2013 a Vrhnika in Slovenia, a metà strada tra Postumia e Lubiana, nell’ambito degli abbattimenti consentiti dalle autorità locali. Si pensava che fosse malato di rabbia, dal momento che sbatteva il capo contro le case. Invece si comportava in questo modo in seguito a una ferita al collo: non fu mai reso noto chi o cosa causò tale ferita.

16) M2

BRACCONAGGIO
Padre dei cuccioli di Daniza, ucciso a fucilate nel settembre del 2013 all’età di circa 5 anni dagli abitanti della Val Rendena. Venne colpito alla zampa e poi abbattuto. I responsabili non sono mai stati trovati. L’articolo cui allego il link è raccapricciante testimonianza della mentalità degli abitanti della valle.

17) IDENTITA’ NON NOTA

CAUSE SCONOSCIUTE
Cucciolo trovato morto in val Ambiez il 14 maggio 2014.

18) IDENTITA’ NON NOTA

CAUSE SCONOSCIUTE
Orso trovato morto a Stenico il 4 settembre 2014.

19) DANIZA

ANESTESIA
Uccisa con anestetico il 11 settembre 2014.

STIMA PAT (2013)

STIMA (ricalcolata al 2014)

Di seguito l’elenco degli orsi SCOMPARSI dall’inizio del progetto ad oggi. DJ 2 non rilevato dal 2005
MJ3 non rilevato dal 2006

DJ3?? non rilevato dal 2008

Joze non rilevato dal 2009

F9 non rilevato dal 2009

KJ1G1 non rilevato dal 2010 M5 non rilevato dal 2010 DJ1 non rilevato dal 2011 M9 non rilevato dal 2013 F12 non rilevato dal 2013 M16 non rilevato dal 2013

Masun, Kirka, Vida, Maja dal 2007

DJ3G1 non rilevato dal 2008

GLI ORSI SCOMPARSI

JOZE

Proviene dalla Slovenia ed arriva in Trentino il 22 Maggio 2000, all’età di 5 -6 anni. Nel Luglio 2001 perde il radio collare e viene seguito tramite marca auricolare. Il 1

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1 articolo blog orsitrentino.wordpress.com Chi siamo?

 

Grandecarroicona

Un avvocato, un artista, una scienziata, una psicologa e un altoatesina  per il momento, se il gruppo si allarga ve lo faremo sapere….

Bear Law,

Un mOrso nel cuore,

Gloria Kolbe,

Viola Leon,

Otto Ark,

 

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Habit theory, frammenti in itinere.

Tornando sulla teoria dell’abitabilità energetica, partendo dalle ipotesi che: tempo e spazio siano rappresentazioni della “mente” e che in realtà non esistano, continuiamo con la nostra ipotesi che dopo la cosi detta “morte fisica” i “pacchetti energetici” di cui siamo costituiti mantengano una sorta di “identità energetica” ovvero la “persona” continua a permanere in altre dimensioni energetiche immateriali, quindi senza poter dimostrare nulla semplicemente optiamo per una scelta: l’energia ha una identità quindi una “soggettività” e questa permane nei processi di “cambiamento” dell’organizzazione energetica.

A questo punto dobbiamo prendere in considerazione il punto di vista religioso che afferma la stessa cosa: il soggetto dopo la morte continua ad esistere con la sua soggettività.

Se partiamo dall’idea che esista una soggettività, nella mia teoria allargata a animali, piante ecc…,(magari anche extraterrestri) ne consegue che esista una “libertà soggettiva”, ovvero la possibilità di scegliere verso una organizzazione energetica o un’altra (detto in altri ambiti anche: comportamento o libero arbitrio), pertanto la soggettività implica in sé la volontà.

Da ciò ne consegue una responsabilità soggettiva che nelle religioni è definita: colpa, karma…., a questo punto tale responsabilità soggettiva ci sarebbe solo nell’organizzazione energetica materiale (cosi detta durante la vita terrena) o anche in quella immateriale?

Le religioni si dividono sostanzialmente su tre fronti:

marcatamente regolamentative, quindi minima responsabilità ovvero solo la responsabilità di seguire o meno quanto indicato nei cosi detti testi sacri per esempio islamismo .
meno regolamentative e più orientate ad una antropizzazione divina e alla possibilità di accordarsi o contrattare con Dio, una qualche forma di perdono e possibilità di ricominciare da capo: per esempio cattolicesimo ed ebraismo.
Responsabilitative, ovvero “la colpa” ricadrebbe sul soggetto il quale o deve fare qualcosa per ripristinare un “organizzazione energetica” in modo riparativo e etico oppure “il destino” o karma gli permetterà di capire i suoi sbagli. Per esempio buddismo o altre interpretazioni del cristianesimo che non siano cattoliche.
Nella teoria abitazionale si opta per il punto c) in quanto è quello che meglio permette di sostenere l’ipotesi di una soggettività energetica permanente, e si sceglie senza poter dimostrare nulla, che tale responsabilità soggettiva, permane anche nelle dimensioni immateriali, ovvero il cosi detto libero arbitrio potrebbe esistere anche dopo la morte, in forma differente ovvero nelle altre dimensioni, cioè in quelle immateriali, mentre si estinguerebbe nella sola dimensione materiale.

Chiaro da questo ne derivano una serie di argomentazioni e affermazioni che si discostano sia dal punto di vista della scienza empirica occidentale sia dal punto di vista delle varie religioni, escluse alcune forme di buddismo che in realtà ipotizzano qualcosa del genere, ovvero che chi si libera dal karma possa intervenire nella dimensione materiale, ma nell’ottica buddista solo se ha raggiunto la cosi detta perfezione.

admin

Sull’illusione dello spazio

Continuando con la mia teoria “Habit theory” descritta in vari spazi web, in parte anche in questo blog vorrei affrontare la mia ipotesi che non solo il tempo è illusione ma anche lo spazio.

Nell’espressione identitaria energetica, che permane anche dopo la morte fisica del corpo, ipotizzo che il tempo in sè non esiste è solo l’elaborazione “psichica” del “movimento” energetico, ovvero esiste il movimento di energia, per esempio la rotazione della terra attorno al sole, che ogni identità energetica (umani, animali, vegetali ecc..) si rappresenta “psichicamente” come tempo. Questa rappresentazione è possibile in quanto l’espressione identitaria nei diversi insiemi (fisico/tangibile, mentale, spirituale..) in cui esistono le unità energetiche comunicanti e collegate fra loro e costituiscono identità energetiche anch’esse comunicanti fra loro, modifica la propria espressione energetica, ovvero viene percepito il cambiamento da uno stato all’altro (organizzazione energetica) ed è questo “cambiamento” che genera la rappresentazione del tempo.

Anche lo spazio, a mio parere, è una rappresentazione “psichica”, è possibile spiegare questo con una metafora: se ascoltiamo una musica le note possono essere più alte o più basse (frequenza maggiore o minore) possiamo rappresentarci le note su uno spartito musicale e assegnare alle note più intense (maggiore frequenza) una collocazione visivamente più in alto e a quelle di minore frequenza una collocazione visivamente più in basso dello spartito. Tale collocazione è solo una trasformazione psichica da un codice uditivo a un codice visivo: in altre parole diamo una spazialità al suono, se ascoltiamo una melodia possiamo visualizzare la collocazione spaziale delle note sullo spartito, anche se il suono non ha una spazialità. Nello stesso modo le unità energetiche possono assumere maggiore o minore intensità energetica (parlando dell’insieme tangibile/concreto) e la nostra “identità energetica” costruisce una collocazione spaziale che in realtà non esiste come non esiste il tempo ma abbiamo bisogno di considerarla come esistente in quanto essa stessa riferimento necessario, per poter modulare “il movimento-cambiamento” nell’insieme delle unità energetiche tangibili-sensoriali-concrete (pseudo concrete).

Quindi il passaggio cosi detto vita morte è una migrazione delle unità energetiche negli insiemi mentale/affettivo-spirituale il cui aumento dell’intensità energetica è relativo alla qualità intellettuale-spirituale, mentre nell’insieme “biologico-tangibile” è relativo alla rappresentazione collocativa dei riferimenti spazio-temporali che in realtà sono costruzioni necessarie ma non esistono.

Un esempio di realtà psichica e affettivo spirituale, senza spazio e tempo, possiamo sperimentarlo con l’attività onirica, penso che questo “stato” aspaziale e atemporale permanga dopo la morte, e poiché non esisterebbe spazio e tempo il “numero” delle identità energetiche potrebbe essere infinito, in altri termini il concetto di numerabilità in una realtà ipoteticamente senza spazio e senza tempo non ha senso.

admin

Distinguere la psicoterapia da altri interventi psicologici con la metafora del labirinto.

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Premesso che si parte da una impostazione prevalente è di tipo cognitivistico (il cognitivismo non va confuso con le scienze cognitive che sono tutt’altra cosa) per comprendere la differenza fra consulenza psicologica, sostegno psicologico e psicoterapia; immaginiamo di trovarci con il cliente in un labirinto, il labirinto è il problema che porta il cliente.

Abbiamo tre modi differenti di aiutare il cliente:

Consulenza: lo psicologo è come se vedesse dall’alto il labirinto e dice al cliente, gira a destra poi a sinistra e li trovi l’uscita, il cliente lo fa e risolve il suo problema. A volte il cliente ingenuo ed è convinto che le indicazioni dello psicologo si possano generalizzare e le applica ad altri “labirinti” esponendosi a ripetuti fallimenti o esponendo a ripetuti fallimenti le persone cui rivela la “magica” soluzione data dallo psicologo.

Sostegno: lo psicologo è come se fosse vicino al cliente, e poiché conosce tanti labirinti, tanti quanti ne ha potuto incontrare durante la sua esperienza professionale, assieme al cliente decide quale strada percorrere per arrivare all’uscita, e di solito ci mette meno tempo del cliente perché ha più esperienza. Il cliente ingenuo una volta trovata la soluzione si convince di avere la stessa esperienza dello psicologo, perché la soluzione l’hanno trovata assieme, e si avventura in altri labirinti anche più complessi esponendosi a molteplici fallimenti o esponendo altre persone verso cui si atteggia a counselor.

 

Psicoterapia: lo psicoterapeuta sviluppa nel cliente, rispettando il suo modo di vedere le cose, le abilità per riconoscere nei dettagli le indicazioni che vengono date dal labirinto stesso per trovare l’uscita, partendo dai dettagli più evidenti fino a quelli apparentemente più insignificanti ma non per questo meno importanti. Il cliente ingenuo è convinto che possano bastare i dettagli più evidenti, cioè di essere in grado di riconoscere tutti i dettagli anche dopo qualche mese dalla psicoterapia, così facendo si espone a fallimenti e invalida, con la sua sospensione della psicoterapia, il percorso psicoterapeutico fatto fino a quel momento, questo è l’errore di chi poi sostiene di non aver risolto nulla con la psicoterapia, ma se gli chiedete quante sedute ha saltato, ne avrà saltato parecchie. In questo caso di solito il cliente sottovaluta la necessità di continuità terapeutica . Inoltre  la lunghezza o brevità di una psicoterapia sono soggettive e non le può valutare il cliente stesso. Lo psicoterapeuta non può decidere a priori quanto debba durare una psicoterapia, se uno psicoterapeuta ha la pretesa di stabilire la durata di una psicoterapia probabilmente sta facendo sostegno psicologico e non psicoterapia.

admin

Religere la scienza, riduzionismo scientifico: la nuova alternativa alle religioni monoteiste. Clinici versus ricercatori

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Cercherò di essere il più breve e sintetica possibile; riguardo questo articolo scientifico

http://journal.frontiersin.org/article/10.3389/fnhum.2016.00379/full#B51 la prima perplessità che vorrei evidenziare, è la “modalità tomistica” di introdurre l’argomento; nella sua Somma Teologica, S Tommaso utilizzava questo metodo per convincere le persone dell’esistenza di Dio (parte sulla fede) , assumendo come premessa che poteva dimostrare l’esistenza di Dio, per poi dimostrarla portando citazioni decontestualizzate, di cristiani autorevoli, quali: S. Agostino e altri Padri della Chiesa, che accostate fra loro creavano la forma ideica voluta da S. Tommaso: Dio esiste e la Chiesa Romana detiene l’autorità.

Nello stesso modo in questo articolo vengono citati Kane, Crave, Hurt, Sass, Parnas, Jaspers, Feri, Morgan… per asserire che lo schizofrenico non è centrato perché non ha chiaro il senso di se stesso dal punto di vista corporeo, ovvio questa premessa è fondamentale per dire che non avendo chiaro il senso del sé corporeo: l’accuratezza nell’interocezione nello schizofrenico non può che essere bassa in particolare quando inizia ad avere sintomi di grandiosità, da questa premessa l’idea che i neuroni polifunzionali dell’area F5, chiamati specchio, siano coinvolti nella schizofrenia il passo è breve, ma allora che differenza c’è con l’approccio tomistico: “i neuroni specchio esistono” / “l’Università di Parma detiene l’autorità”?

E poi, proseguendo con la critica verso l’articolo, come viene misurata questa accuratezza?

Il campione è costituito da 17 maschi preumibilmente schizofrenici, sotto i 40 anni trattati con clorpromazina (antidopaminico) e 20 maschi sempre sotto i 40 anni presumibilmente sani. I ricercatori hanno registrato il battito cardiaco e a intervalli e hanno chiesto ai soggetti del campione di riferire il numero di battiti del proprio battito cardiaco, i 17 pazienti schizofrenici maschi, si sbaglierebbero più spesso rispetto i 20 maschi sani, in particolare quando manifestano senso di grandiosità: che si riferirebbe a un “auto-opinione esagerata, convinzioni irrealistiche di superiorità, tra cui deliri di abilità straordinarie, ricchezza, conoscenza, fama, potere, e la rettitudine morale”.

Scusate l’ironia ma a giudicare dai post di facebook siamo circondati da schizofrenici…

I ricercatori riferiscono anche che la precisione interocettiva sembrava essere compromessa in diversi disturbi psichiatrici, come l’anoressia nervosa, depressione maggiore, disturbi depersonalizzazione-derealizzazione, e disturbi d’ansia, tutti disturbi che da clinica mi sembrano riconducibili a modalità relazionali aggressive generatrici di emozioni difensive come la paura.

Inoltre sui dati ottenuti di 17 pazienti i ricercatori hanno fatto sofisticati calcoli statistici trovando in un campione così esiguo una differenza significativa nei pazienti schizofrenici, quindi non un centinaio di pazienti che casualmente costituiscono il campione, ma 17 pazienti omogenei per età e sesso!

I ricercatori sostengono che la clorpromazina non interferisce nell’accuratezza dell’interocezione (capacità di dire il numero esatto di battiti cardiaci contati fino a quel momento) ma non ci dicono su cosa basano questa loro affermazione dal momento che a chiunque verrebbe questo dubbio: inibendo i recettori D2 vengono inibiti di certo i recettori della corteccia somatosensoriale e motoria, non a caso questo tipo di trattamento psicofarmacologico con clorpromazina, se prolungato produce discinesie . I recettori dopaminici sono presenti ovunque, se vengono inibiti questo da luogo a una diminuzione delle sinapsi dopaminergiche quindi la rete neuronale che rappresenta il se corporeo va incontro a una riduzione di collegamenti, sarebbe interessante che i ricercatori svelassero il mistero secondo cui assumere degli inibitori della dopamina non influenzerebbero l’accuratezza dell’interocezione.

Ora da clinica, vorrei far notare, che a mio parere il problema principale, dei disturbi psichici è riconducibile all’incapacità dell’organismo di fermarsi a seguito di una attivazione: aurosal, determinata da una serie di interpretazioni psichiche sulla nocività di “stimoli” esterni, che normalmente generano l’emozione della paura.

Per quale motivo l’organismo vada in “sovraccarico” di catcolamine: tirosina, noradrenalina, adrenalina, dopamina, a volte senza riuscire a fermarsi, non è chiaro a nessuno, dal momento che questo compromette la capacità di organizzarsi in comportamenti efficaci per difendersi da eventuale aggressività ambientale, presunta o reale.

Di certo ancora non si è visto il “sadismo” entrare fra le psicopatologie riconosciute dagli psichiatri: DSMV, e lungi, da parte mia, dal pensare che i matti siano solo vittime, a volte sono loro stessi aggressori a cui è andata peggio.

In conclusione una minor accuratezza nell’interocezione, ammesso che ci sia, e che non sia casuale vista l’esiguità e omogeneità del campione patologico, può essere riconducibile a un aumento di emozioni negative come la paura, sarebbe interessante misurare questo aspetto in situazioni fortemente emotigene; che negli schizofrenici l’arousal sia cronicamente alto non è una novità, ma questo ci parla più di un mondo fatto di vittime e carnefici piuttosto che di psicopatologie la cui base possa essere genetica o anatomica, l’approccio riduzionista che afferma una sorta di fissità biologica, vuole ignorare l’evidente dinamica bio-psico-ambientale, nel tentativo di poter controllare ogni cosa forse come farebbe un “ossessivo-compulsivo”.

Riguardo l’eventuale fenomeno di una presumibile relazione fra grandiosità e accuratezza nell’interocezione, questo è ben noto in situazioni belliche dove l’emozione della paura di poter essere uccisi dal nemico, viene superata da idee di grandiosità, o: fenomeno sotto gli occhi di tutti, quello del fondamentalismo islamico che addestra i suoi martiri con idee di superiorità di ogni genere, quindi questo piccolo dato semplicemente conferma la relazione fra “comportamento disorganizzato” e elevata intensità emotiva della paura.

 

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Gli ordini ballano sulla salute della gente ignorano la necessità di definire un “mercato” capace di generare reddito per gli psicologi e svendono la psicologia?

SchultzCon l’involuzione intellettuale prodotta dalla riforma universitaria del ministero “Moratti” (lauree triennali)e la degenerazione culturale prodotta dalle varie decretazioni del governo Monti (legittimazione dei counselor) che in qualche modo hanno coinvolto gli psicologi, da qualche anno si assiste a un proliferare di teorie psico qualcosa, sia di origine accademica che di origine individuale .

Dopo la riforma del 1989 la psicologia si trovava ad impegnarsi su un piano professionalizzante; negli anni ’90 la formazione accademica era molto impegnativa e vedeva per esempio in Università come Torino solo il 10% di studenti laurearsi rispetto gli immatricolati, senza che venisse istituito il numero chiuso.

A cosa serviva un iter di studio così complesso, impegnativo e approfondito dal punto di vista epistemico e così ampio nella trattazione di tutti gli orientamenti psicologici che si erano sviluppati nel ventesimo secolo? Di certo non serviva a scegliere l’orientamento più adatto allo studente, in quanto venivano presentati tutti gli orientamenti come validi e obbligavano lo studente ad integrare tutti gli approcci, pertanto i percorsi universitari degli anni ’90 fornivano “molteplicità d’approccio psicologico” e correttezza logica e scientifica nel comprendere ciascun aspetto, alla fine ne uscivano psicologi con una consistente formazione che però non trovavano un “mercato professionale” tutelato dall’Ordine degli psicologi che permettesse ai nuovi psicologi di generare reddito.

Quello che hanno trovato gli psicologi degli anni ’90 è stata una sempre più diffusa tendenza a continuare a generare reddito con i neo-laureati in psicologia, da parte di molteplici psico-formatori, attraverso scuole di specializzazione in psicoterapia, ed ora tramite corsi formativi obbligatori, di fatto le istituzioni ordinistiche hanno favorito e giustificato un mercato psicologico formativo, oneroso per i neopsicologi, e non tutelativo del mercato professionale degli psicologi, questa è solo una questione economica? A mio parere no.

L’Ordine degli Psicologi, procedendo su questa strada “auto-fagocitante” ha favorito il quintuplicarsi del numero degli psicologi italiani, fino a generare un numero pari a un terzio di tutti gli psicologi europei e un decimo di tutti gli psicologi mondiali, senza mai, a differenza di tutte le altre professioni, definire il “mercato professionale” degli psicologi, ed a oggi continuano a giustificare che: le competenze più pertinenti agli psicologi, vengano distribuite su altre professionalità sempre attraverso un florido mercato di corsi rapidi semplicistici offerti ai vari “psico-qualcosa” e molto spesso tenuti da altrettanto “psico-qualcosa” (senza una laurea in psicologia), fino ad arrivare a corsi universitari in psicologia tenuti da un 80% di “psico-qualcosa”.

Tutto questo genera qualche problema alla salute collettiva?

A mio parere si per esempio l’enfasi sulla questione “autostima” produce dei narcisisti, i narcisisti hanno bassa capacità empatica, pertanto sono inclini a comportamenti crudeli senza rendersene conto, e infatti abbiamo un aumento dell’aggressività sociale e un proliferare di fenomeni sadici: “mobbing”, “stalking”.., oppure certe modalità prescrittive in stile “comportamentistico”, denominate spesso in modo inadeguato “cognitivo-comportamentale”, queste esonerano il soggetto a riconoscere il processo causale e lo infantilizzano, vero se si ha obbedienza da parte del soggetto (chiamata inadeguatamente compliance) si ottengono risultati a breve termine, ma poi quali sono i costi dell’infantilizzazione che ne conseguono? Sono facili da immaginare: deresponsabilizzazione, dipendenza dalla prescrizione, e pertanto una certa tendenza alla sociopatia o quanto meno forte influenzabilità verso le strategie di marketing che sono seduttivo-prescrittive.

E la lista sarebbe molto lunga…

In conclusione, questa negligenza istituzionale, da parte dell’Ordine degli Psicologi, in termini di non definizione di un mercato professionale, sta molto probabilmente generando danni alla salute collettiva, in quanto permette che la professionalità psicologica sia estesa a persone (es medici, insegnanti, infermieri, counselor) che non hanno la competenza per esercitarla, in quanto non sono provvisti dell’iter formativo specifico: laurea in psicologia, tirocinio, esame di stato, specializzazione post laurea, in altre parole, definire l’iter formativo specifico dello psicologo, non è sufficiente se a ciò non segue un altrettanto seria definizione del “mercato psicologico”, mercato che vorrebbe se si segue la logica del buon senso, psicologi insegnare psicologia a degli psicologi e non chiunque insegnare psicologia a chiunque, se poi nascono fenomeni del tipo corsi contro l’ideologia del gender, non lamentiamoci, se poi chi li segue non sa riconoscere già nella nominazione “ideologia” qualcosa di ridicolo e illogico, io non penso che la psicologia debba essere ridotta a un “oggetto di vendita” proposto da chiunque su cui far convergere spot pubblicitari come quello sopra citato “ideologia del gender”, ritengo che le istituzioni abbiano grosse responsabilità in questo senso.

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Sulla bufala della dipendenza da psicoterapia

dopamina-it-000La dipendenza è una condizione psichica in stretta relazione con il circuito della gratificazione, il quale è la parte del cervello che ci fa sentire bene. Quando ci sentiamo bene per qualsiasi motivo, il circuito cerebrale della ricompensa è attivato.

Esso comprende diverse parti del cervello ed è costituito da un insieme di neuroni che rilasciano dopamina, un importante neurotrasmettitore.

Nel momento in cui questi neuroni rilasciano dopamina, la persona prova piacere e vengono attivati da uno stimolo di piacere o di ricompensa, es. cibo, acqua, sesso, innamoramento, vincita a un gioco d’azzardo, oppure da sostanze come la cocaina, e psicofarmaci che alterano direttamente o indirettamente la biochimica di questo circuito.

L’abitudine, invece è un comportamento ripetuto, stabile nel tempo, ricorrente, che non produce piacere, e non da dipendenza.

Per esempio:

  1. a) se una persona è abituata a mangiare prima la verdura, poi la pasta e alla fine la frutta, se per un mese non trova frutta, e può mangiare solo verdura e pasta, non prova nessuna spiacevolezza psichica, e non ha nessuna dipendenza da verdura, pasta, frutta. Questa è abitudine non dipendenza. Anche andare a scuola tutti i giorni è un’abitudine ma studiare in sé non da dipendenza.
  2. b) Se una persona tutte le volte che è frustrata in modo pulsionale ingoia 10 barrette di cioccolato e dopo averlo fatto prova piacere, questo è un comportamento gratificante che produce piacere e quindi dipendenza. Questa è una ricompensa gratificante prodotta da uno stimolo di piacere: cioccolata. Anche assumere droghe da piacere e questo da dipendenza.
  3. c) Se una persona non mangia per tre giorni e sente una sensazione fisica spiacevole di fame, è perché non ha soddisfatto il bisogno di nutrirsi. Questo è un bisogno fisiologico. Anche dormire è un bisogno da soddisfare, anche liberarsi dalla paura è un bisogno psichico da soddisfare, e non è dipendenza.

Ultimamente sento persone convinte che la psicoterapia dia dipendenza, ma tale convinzione può derivare solo da una profonda ignoranza riguardo la psicoterapia, o dall’influenza di un ben mascherato marketing sugli psicofarmaci che hanno i loro principali concorrenti negli psicoterapeuti.

Ora sia chiaro che seguire una psicoterapia, non è come fare sesso, mangiare cioccolata, o assumere cocaina o psicofarmaci, il piacere della psicoterapia è dato dalla risoluzione di una tensione emotiva, affettiva, del pensiero, quindi è il soddisfacimento di un bisogno, per esempio mangiare, la psicoterapia non un’abitudine o un piacere che da dipendenza.

La modalità psicoterapeutica, ricorrente, settimanale, stesso orario, è una modalità di stabilità relazionale necessaria per poter lavorare su processi psichici, in quanto si tratta di qualcosa di intangibile che necessita di un riferimento tangibile: il tempo, chi scambia questo per un’abitudine o immagina che ci sia un qualche tentativo di creare dipendenza, esprime una profonda ignoranza sulla natura della psicoterapia e null’altro.

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