E se le tecnopatologie fossero endemiche?

Le politiche diffusive della microsoft, di dispositivi informatici per scopi commerciali: tecnologia a basso costo, hanno permesso a tantissime persone di poterne usufruire, ma questa innovazione epocale, in se utilissima, si è diffusa velocemente, favorendo enormi affari produttivi, di dispositivi, il che è più che positivo, ma questo è accaduto senza tener conto dell’impatto cognitivo che l’uso della tecnologia avrebbe avuto sulle persone, senza che venisse generato prima, una specie di filtro che le potesse proteggere da un adattamento al digitale informatico, digitale informatico che può compromettere, in particolare nei nativi digitali, la capacità di complessità e di profondità tipiche del pensiero umano.

In altre parole il processo ideativo che la mente segue mentre utilizza un dispositivo informatico, è completamente diverso da quello che la mente segue mentre analizza la realtà e mentre fa astrazioni cognitive di tipo predittivo.

Il processo ideativo di tipo informatico è “etero-cognitivo” cioè la mente non è la principale protagonista nel produrre passaggi cognitivi, è il dispositivo informatico che obbliga la mente a seguire i processi ideativi per cui è stato programmato.

Il processo ideativo di tipo analitico-astratto sulla realtà, è “omo-cognitivo” è la mente che analizza la realtà tangibile, formula nessi causali, e formula predittività.

Nel processo ideativo informatico, i nessi causali non possono essere rappresentati, in quanto si tratta di una “realtà virtuale” che cessa di esistere con la messa in pausa del dispositivo informatico.

Pertanto se la realtà presente in modo preponderante nella mente delle persone è data dalla realtà rappresentata dal dispositivo informatico, la capacità di formulare nessi causali reali e predittivi nel tempo si riduce, l’ansia, oggi molto diffusa è probatoria di questo assunto.

In altre parole per una serie di fattori come per esempio:

la semplificazione del linguaggio semantico a favore della preponderanza del linguaggio emotivo e manipolativo (social network) la riduzione motoria nell’interazione con ciò che rappresenta la realtà soggettiva (solo le dita della mano a fronte di tutte le possibilità motorie del corpo) il tipo di attenzione che da diffusa diventa prevalentemente focalizzata ecc…..

in altre parole quindi: la capacità di formulare nessi causali e predittivi della realtà, viene sostituita con un “assorbimento passivo”, da una rappresentazione soggettiva di una realtà semplificata, superficiale, scollegata, stocastica, quindi senza caratteristiche consequenziali (nessi causali).

Queste caratteristiche sono talmente diffuse da essere diventate una sorta di pandemia tecnopatologica, in quanto è vero che il web permette un confronto con una realtà internazionale ma è anche vero che tale realtà internazionale è rappresentata dal web in modo approssimativo, superficiale, manipolato e tangibilmente decontestualizzata.

Una delle possibili conseguenze è che nell’amministrazione politica, la decisionalità sia disancorata dalla realtà contingente, e produca senza consapevolezza alcuna, problemi enormi ai cittadini che la subiscono.

Questo aspetto, troppo sottovalutato, da forza alle culture ipercontestualizzate, e ipertangibili, come la cultura islamica, che offre realtà riduttive piene di pregiudizi perché troppo ancorata alla localistica tangibilità sensoriale che sappiamo essere riduttiva se interpretata in modo assolutistico.

Se la cultura occidentale non inizia a essere consapevole della sua “pandemia tecnopatologica” con la violenza e la morte la cultura islamica non faticherà ad affermarsi, portandoci tutti indietro di una quindicina di secoli.

Ad oggi tutto questo viene peggiorato dalle regole informatiche SEO, che obbligano a linguaggi sempre più generalizzati e semplificati, la forza della cultura occidentale era nella sua cultura nel suo “pensiero” modo di ragionare, se gli occidentali da soli sviliscono questo aspetto tagliano il ramo su cui sono seduti e si espongono alla conquista islamica.

 

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TECNOPATOLOGIE e dissociazione ideativa.

Proseguendo con l’analisi sull’influenza della tecnologia sul comportamento umano, prendiamo in esame le caratteristiche del linguaggio informatico con cui la maggior parte di noi interagisce quotidianamente.

Il linguaggio informatico è un linguaggio programmato a priori, quindi ciò che non è stato programmato non può essere eseguito.

Pertanto è una modalità statica ferma, a differenza del linguaggio umano che interagisce in modo creativo, e adattivo, il linguaggio informatico non si adatta ed è un linguaggio morto, una volta programmato resta uguale.

Questa mancanza di adattamento obbliga chi usufruisce di tecnologie ad adattarsi, pertanto è l’individuo che nell’interazione con la tecnologia deve ridurre le proprie potenzialità di interazione creativa minimizzando la propria ideazione su ciò che la macchina permette di eseguire.

Le conseguenza sono che i nessi associativi tipici dell’ideazione umana vanno via via ad estinguersi, la modalità semantica, deduttiva del ragionamento logico, vengono sostituite da un modalità algoritmica che permette solo l’esecuzione programmata ignorando il contesto in cui questo avviene.

In altre parole è come se avessimo un ideazione fatta di finestre distinte fra loro che si aprono o si chiudono in modalità esecutive programmate a priori, che non richiedono un perché , ne un analisi delle conseguenze, dell’esecuzione della funzione programmata.

Da ciò ne deriva che il comportamento umano potrebbe diventare esecutivo, senza che ci sia una analisi delle conseguenze (responsabilità) delle associazioni con altri aspetti contestuali (dissociazione) costruito a priori secondo modelli prefissati di “estetica emotiva ed affettiva” privi di una vita interiore consapevole e profondamente sperimentata.

Chiaro va analizzato anche il ruolo del linguaggio umano evocato da grafemi (scrittura) o immagini, questo lo affronterò in un capitolo successivo, in cui ne indicherò limiti e possibilità di sviluppo.

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TECNOPSICOPATOLOGIE definizione di un disagio sociale..

 

esemplificazione di un algoritmo.

Con questo mio articolo vorrei porre l’attenzione su un modus mentale, molto diffuso, che deriva dall’uso eccessivo di tecnologia informatica.

Questo stile cognitivo in particolare è diffuso fra i nati: dall’inizio del ventunesimo secolo, cioè da quando la tecnologia informatica era disponibile fin dai primi anni di vita in varie forma e facilmente accessibile da tutti.

La tecnologia informatica utilizza un linguaggio algoritmico, questo è un linguaggio solo di tipo esecutivo, ogni successione permette qualche opzione e feedback al fine di arrivare all’esecuzione finale che la macchina garantisce, un calcolo matematico, un collegamento web, ecc… il tutto è mediato, nel rapporto uomo macchina, da elementi singoli (grafici o fonetici) che rappresentano il linguaggio umano, da ricordare che il linguaggio umano è per lo più appreso e non si trova biologicamente rappresentato nel dna o secondo altre ipotesi rappresentato solo in “potenza”.

Da queste premesse si evince che l’interazione uomo macchina, o interazione uomo – uomo mediato dalla macchina (esempio social network), permette solo alcuni tipi di ideazione e elude altri, nell’elusione sistematica si arriva a conclusioni soppressive di rappresentazioni ideiche come la rappresentazione della coscienza etica, dell’empatia, e della realtà non rappresentabile con il linguaggio quella empirica, che viene evocata dal linguaggio solo se a monte c’è stata una esperienza sensoriale (tangibile) della realtà.

Attenzione però, i contenuti che riguardano la coscienza etica, l’empatia, il principio di realtà, non sono scomparsi dal linguaggio strumentale (il linguaggio delle macchine, pc, cellulari) ma sono scomparsi dalla rappresentazione mentale delle persone (almeno in parte) in quanto non sostenuti dall’esperienza e dalla condivisione empirica di principi etici e empatici.

Il linguaggio algoritmico della tecnologia informatica, assicura simulazioni sempre più sofisticate di queste funzioni cognitive, ma di simulazioni si tratta e non di realtà mentale, quindi si trovano sempre nell’area linguistica e non nelle “aree non” linguistiche.

E qui è necessario precisare che il cervello non funziona prevalentemente in base a specificità funzionale di determinate aeree anatomiche, ma sulla base di collegamenti fra diverse aree e integrazione di diverse aree con trasmissioni di potenziali a velocità così elevate che nessuno strumento sarebbe in grado di rilevare, in altre parole RMN o TAC è più facile che offrano degli abbagli scientifici piuttosto che dei dati su cui poter fare deduzioni.

Ritornando alle simulazioni emotive e affettive che la tecnologia informatica offre, qui il punto va chiarito, si tratta di simulazioni disancorate dalla realtà empirica (esperienza) e pertanto SONO DELLE FINZIONI, non esistono sistemi a specchio (teoria dei neuroni a specchio) che garantiscono che un linguaggio algoritmico (matematico) si possa trasformare in linguaggio affettivo, emotivo, etico, il linguaggio matematico crea finzioni affettive, codificate in modo condiviso, che nulla hanno a che vedere con la realtà mentale che riguarda l’esperienza di relazioni fra persone, l’esperienza dell’interazione tangibile con la realtà naturale. Questo è lapalissiano provate a osservare la differenza in un concerto fra quello che appare sullo schermo e quello che potete vedere direttamente sul palco.

E’ su queste “finzioni simulative” che si svolgeranno le varie relazioni fra gruppi di persone, la mente già adattata al linguaggio algoritmico (per esempio i nativi digitali) produrrà simulazioni ovvero come in una rappresentazione teatrale le persone fingeranno empatia, etica, ma non avendo interiorizzato nulla di questo, mostreranno nel tempo delle risposte empatiche incoerenti, è solo dall’incoerenza empatica, etica e di coscienza della realtà naturale, che si può capire questo fenomeno.

Da queste considerazioni si evince che l’uso continuativo e prevalente di tecnologie informatiche riduce sensibilmente la rappresentazione mentale della coscienza, ossia del se, in altre parole tendono a scomparire EMPATIA ETICA PRINCIPIO DI REALTA’, avremo nella mente di queste persone delle simulazioni perfette di queste funzioni mentali ma la simulazione non è la realtà, quindi in contesti che richiedono risposte di tipo empatico etico o di analisi della realtà avremo delle risposte di finzione avulse dal contesto reale.

In altre parole stanno scomparendo empatia, etica, principio di realtà, con la conseguenza che i comportamenti saranno sempre più narcisistici, privi di vera empatia, di vero senso di responsabilità e di capacità di valutare le conseguenze reali delle proprie azioni sulla realtà, si tratta di vere e proprie psicopatologie per esempio sadismo, analfabetismo emotivo e affettivo, molto diffuse, ma il fatto che siano prevalenti non le rende meno psicopatologiche, il nazismo fu una psicopatologia condivisa molto diffusa su più nazioni (almeno Germania e Italia ) . Per concludere sottovalutare le TECNOPATOLOGIE oggi significa bruciare almeno tre prossime generazioni e spingerle verso un futuro poco piacevole.

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Gli anziani più che perdere la memoria, cambiano il proprio stile cognitivo.

A mio parere come spesso accade in campo medico scientifico, il fenomeno cosi detto della perdita di memoria negli anziani è stato troppo banalizzato e semplificato.

In realtà la “perdita di memoria” è quello che vede l’osservatore giovane con la sua struttura cognitiva di giovane adulto.

Un fenomeno psicologico come la presunta perdita di memoria non può essere valutato in modo medico, in modo oggettivo, in quanto la mente non è tangibile, un fenomeno psicologico può solo essere dedotto con argomentazioni interpretative complesse.

La psicologia ci dice che abbiamo una specie di magazzino in cui vengono in qualche modo depositati vari ricordi.

La psicologia dice anche che il numero di informazioni memorizzate in un bambino e in un adulto è significativamente diverso, nell’anziano questo magazzino è molto più ampio rispetto un giovane adulto.

La psicologia dice anche che l’abilità di rievocare queste informazioni dipende da numerosi aspetti, per esempio l’aspetto emotivo risulta essere inibente se le emozioni sono intense, l’aspetto cognitivo risulta essere inibente se le informazioni ricevute sono in contrasto fra loro (questo ovviamente è molto più presente nell’anziano in quanto avendo più informazioni ha maggiore probabilità che esse possano esserci memorie incoerenti fra loro), l’aspetto affettivo risulta essere inibente e talvolta distorcente se le informazioni memorizzate riguardano fatti dolorosi non ben elaborati e via dicendo l’elenco è molto lungo.

Tornando alla memoria degli anziani, i neurologi affermano che questa è decaduta in quanto con la strumentazione in loro possesso (RMN TAC) il cervello appare meno denso e dove c’è minore densità ci sono meno neuroni e dove ci sono meno neuroni ci sarebbe perdita di funzioni cerebrali.

Alcuni psicologi concordano con questo modo di interpretare la cosa altri no.

Io per esempio non concordo in quanto a mio parere la natura ci ha dotato di una base anatomo-fisiologica molto più abbondante di quella che ci serve, e questo in tutti i sistemi, il sistema respiratorio ha una capacità di scambiare ossigeno con un range molto ampio che va dal campione olimpionico (massima capacità) all’impiegato delle poste (minore richiesta in quanto l’apparato muscolare è in uno stato di semiriposo), stessa cosa per l’attività metabolica, muscolare, cardiaca (gettata cardiaca)ecc.

Per il cervello è stato dimostrato che funzioni molto complesse possono richiedere per esempio una percentuale molto bassa di attivazione neuronale (per es calcoli matematici), e che i circuiti neuronali per la maggior parte non sono specifici e la dove vi sono ampie lesioni i tessuti cerebrali non lesi possono adempiere alle funzioni che sembravano perse come per esempio il linguaggio.

Da questo (ma anche da altri fattori che non ha senso evidenziare per non appesantire la lettura di un articolo che vuole essere divulgativo) si deduce che non ci sia un rapporto fra quantità (densità del tessuto cerebrale) e funzioni cognitive possibili.

Ma allora perché dal giovane è più facile avere un informazione che ha memorizzato mentre nell’anziano è più difficile?

Per esempio un numero di telefono, che fino a qualche anno prima l’anziano ricordava con facilità.

Prendiamo come esempio un numero di 10 cifre (il n° di un cellulare), essendo maggiore di 7 cifre non può essere ricordato nella memoria a breve termine, ma va memorizzato in quella a lungo termine.

Escludiamo che questo numero abbia qualche valenza emotiva, affettiva, cognitiva che ne inibisca la rievocazione.

Se chiediamo questo numero a un giovane anche dopo un anno il giovane lo rievoca facilmente e senza sforzo (per esempio il numero di telefono della propria famiglia) mentre è più improbabile che l’anziano lo riesca a rievocare, però poi accade che nell’anziano in un altro momento, per esempio il giorno dopo se lo ricordi, quindi non possiamo dire che è una memoria che è andata persa, possiamo solo dire che per un anziano è più difficile rievocare quando vuole, un informazione memorizzata precedentemente.

Questo è il punto, non possiamo dire con certezza che c’è stata una perdita di memoria ma solo che c’è stata una perdita della capacità di riportare in memoria un informazione.

Possiamo affermare che nell’anziano ci sono molte più informazioni e quindi possono essere simili fra loro quindi più difficilmente discriminabili, nel giovane questa discriminazione è più facile in quanto ha in memoria meno informazioni.

Possiamo affermare che nell’anziano emergono spontaneamente dettagli di memoria (per esempio autobiografici) mentre nel giovane la rievocazione è più volitiva, cioè decido di ricordare una cosa lo posso fare, nell’anziano questo è deficitario, ma nell’anziano emergono frequentemente e spontaneamente dei ricordi che l’anziano non ha voluto ricordare, e questo è deficitario nel giovane.

I ricordi che emergono spontaneamente possono avere la caratteristica di attivare una ricerca di significato (stile cognitivo semantico).

I ricordi che richiedono una rievocazione volitiva possono avere la caratteristica di mettere in atto un comportamento o una azione precisa volta a uno scopo.

Quindi possiamo solo dedurre che lo stile cognitivo in un giovane, quindi anche il suo modo volitivo di rievocare informazioni, lo predispone a comportamenti attivi, fare delle cose; in un anziano il suo avere rievocazioni spontanee non volute, ed avere un sistema meno efficace nella rievocazione volitiva, lo inibisce nei comportamenti immediati di azione, ma lo predispone a un comportamento di riflessione sul senso delle cose.

A mio parere da tutto questo non si può dedurre un deterioramento cognitivo nell’anziano ma solo un cambiamento cognitivo, come è nella natura delle cose, come accade anche nel passaggio dall’infanzia all’età adulta, lo stile cognitivo cambia notevolmente e allora perché non dovrebbe cambiare dall’età adulta all’età per cosi dire avanzata?.

 

Se consideriamo un ottica strettamente monetaria ed economica: produrre grandi quantità di cose che risultino attraenti da potenziali acquirenti; lo stile cognitivo del giovane adulto (azioni efficaci orientate a uno scopo “produttività”) potrebbe trovare una sua più ampia realizzazione e desiderabilità sociale.

Se consideriamo un ottica sociale più di tipo etico, lo stile cognitivo del giovane se affiancato allo stile cognitivo di tipo semantico dell’anziano (qual è il senso di fare una cosa e quale cosa scegliere) trova una sua maggiore realizzazione.

 

Con tutta probabilità la capacità di discernimento e la capacità volitivo/attuativa non possono coesistere in un solo stile cognitivo, del resto la natura obbliga ad alleanze con esseri viventi molto diversi da noi (ambiente animali) per quale motivo non dovrebbe obbligare ad alleanze fra stili cognitivi in età molto diverse fra loro, mentre l’economia se si vuole scegliere questa strada, obbliga a omologare in flussi di valore finanziario, controllabili, tutto l’esistente, pertanto lo stile semantico diventa qualcosa di ostativo, chiedersi il perché delle cose rende più difficile l’omologazione.

In conclusione la scienza se tale vuole essere dovrebbe prendere le distanze dalle caratteristiche sociali del suo tempo: modello economico versus modello etico, e non prestarsi per esempio con presunte patologie deteriorative che e a volte essa stessa determina magari senza rendersene conto o al fine di un più agevole adattamento all’orientamento storico sociale.

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Psico architettura un esempio.

Mantova da Porto aperto a città fortezza chiusa.

Seguendo il corso del Rio, che si affaccia sul lago superiore, si arrivava nei secoli scorsi, a un Porto chiamato: Portazzolo, questo porto era antichissimo, e lo si trova nelle cartografie di Mantova già in epoca rinascimentale, all’ingresso del Rio sorgeva una Porta

Oggi vediamo dalle vedute satellitari, come i binari della ferrovia creino di fatto un muro divisorio,  lo stesso (1782-1866) che venne costruito come muro di cinta, a difesa dell’arsenale che derivava dalla soppressione del Convento francescano,   un secolo di dominazione austriaca,  dopo due secoli, influenza ancora questa parte della città, che prima era un porto quindi un luogo di apertura e scambio,  diventato poi un muro di cinta militare, quindi chiuso.

L’influenza architettonica sull’identità sociale è spesso sottovalutata, spesso sentiamo gli architetti dire che le montagne sono barriere naturali che influenzano la popolazione rendendola più introversa, come anche il mare che renderebbe più estroversi, ma  anche certo radicamento urbanistico e architettonico non è da meno. Non è possibile immaginare che un porto con tanto di navigabilità sul lago che indifferentemente viene trasformato in una barriera impenetrabile, con un muro prima e con dei binari dopo, non abbia alcun effetto sull’identità sociale di chi ci abita o lo frequenta.

qui si vede Porta Pradella e delle imbarcazioni

anche qui vediamo rappresentate diverse imbarcazioni.

La foto fa vedere come era via Pitentino, in fondo una “casa ponte” e altre abitazioni demolite per far posto ad ulteriori binari della ferrovia, siamo nel 1943, e da allora rimarrà questa barriera di binari che impediranno l’accesso al lago superiore, dopo aver soppresso non solo la chiesa di San Francesco rendendola un arsenale verrà mantenuta  anche la soppressione del porto Portazzolo sul lago superiore, simbolo di apertura e scambio. Nel 1945 la chiesa di San Francesco venne bombardata e forse anche alcune case adiacenti vennero danneggiate ma perché non ricostruirle? Perché “allargare il muro”?

Dobbiamo iniziare a riflettere su come e quanto l’ambiente urbanistico e architettonico influenza, non solo i comportamenti, ma anche le identità sociali e gli stati interni della mente, e sulla grande responsabilità che hanno sulla salute delle persone: i progettisti, i committenti, i pianificatori urbanistici.

 

 

 

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articolo blog orsitrentino.wordpress.com-I veri esperti del progetto orsi in trentino? Manipolatori della comunicazione e delle opinioni sociali.

Come rendere accettabile l’idea di poter uccidere animali selvatici quando e come  si vuole e con denaro pubblico.

Queste tecniche si basano sulla “Finestra di Overton”. (un sociologo americano)

il processo è in sei passaggi.

Uccidere un orsa con cuccioli 

Stadio 0 : in questo stadio il problema non è discusso e non è ammesso dalla gente, caso orsa Daniza milioni di proteste a livello internazionale.

è inaccettabile

scientificità – Stadio 1 : persone presentate come esperti e scienziati fanno dichiarazioni : es. alcuni orsi hanno caratteristiche genetiche che li portano a essere aggressivi e vanno uccisi.

Il problema non suscita più la medesima reazione di indignazione, e comincia ad articolarsi in diversi gradi.

inaccettabile ma con eccezioni

manipolazione linguistica – Stadio 2 : vengono create espressioni eleganti con l’obiettivo è di disconnettere il significato della parola dal suo contenuto nella coscienza sociale.  Orsi problematici, orsi dannosi. …La realtà viene elusa: es: assenza di adeguate risorse alimentari per gli orsi nei boschi, comportamenti aggressivi dell’uomo verso gli orsi (bracconaggio, sedazione per radiocollarizzazione ecc) mancanza di strutture di attraversamento (ponti verdi) per animali selvatici: per attraversare strade, ferrovie, autostrade, quindi facilmente si concentrano in alcune zone altrimenti verrebbero investiti.

inizia a diventare accettabile

utilità economica– Stadio 3 : si afferma che il turismo, l’allevamento, l’agricoltura hanno danni a causa degli orsi, eludendo il fatto che non esistono recinti o recinti adatti agli gli orsi, non viene fatta adeguata informazione ai turisti sul comportamento da tenere nel caso si incontrasse un orso ecc…

inizia a essere sensato e razionalmente difensibile

personaggi famosi (testimonial) –Stadio 4 : si fa dire a personaggi famosi es Mesner che è giusto uccidere l’orso facendo comparire questo nei primi posti dei motori di ricerca.

diventa diffuso e socialmente accettabile

legalizzazione – Stadio 5 : es modifica 2015 protocolli PACOBACE si approvano in modo allargato (regioni, ministeri, governi, autonomie, enti di tutela) regolamentazioni totalmente in contrasto con gli obiettivi iniziali e con le direttive europee con il principio giuridico della DEROGA

introdotto a pieno titolo

distorsione etica verso un positivo politico.- Stadio 6 : in nome della principio di autonomia territoriale (autonomia del trentino) si diffonde l’idea che chi abita nel territorio conosce bene il problema eludendo il fatto che chi rappresenta il territorio è espressione minoritaria dell’idea che uccidere un orso quando crea un problema senza pensarci prima è eticamente scorretto.

totalmente accettato e indiscutibile

di Carla Foletto

 

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17 articolo blog orsitrentino.wordpress.com

L’orsa KJ2 durante la fase di cattura da parte dei forestali del Trentino sulle pendici del Bondone nel 2015.

Oltre che in Europa, sul piano nazionale, ha aggiunto l’assessore, «siamo al lavoro per definire il cosiddetto piano di gestione del lupo» ed «è in elaborazione una norma di attuazione che nelle situazioni di necessità concederà alla Provincia la facoltà di prelevare lupi e orsi». Per i grandi predatori, infatti, la competenza è statale e lo spazio di manovra della Provincia è più ridotto.

Quindi anche la provincia di Bolzano vede nella presenza di animali selvatici, un problema da risolvere solo con una più facile riduzione del numero. In questo caso di lupi.

Ma andiamo con ordine concentrandosi sul focus “perchè KJ2 avrebbe aggredito un anziano”. Da questo articolo si evince che non solo la popolazione orsi è sbilanciata a favore dei maschi che possono uccidere i cuccioli delle orse femmine, abbiamo anche branchi di lupi che possono minacciare la sopravvivenza dei cuccioli e non è raro vedere le orse con un solo cucciolo invece di tre.

Quindi cosa ci possiamo attendere da un ambiente così minaccioso per le orse femmine? Semplice, le femmine si spostano fra l’incudine (lupi e orsi maschi) e il martello (umani quindi ai confini dei paesi) nella speranza di non esserne colpite e ne consegue che sopravvivono solo gli orsi che si sanno difendere e che quindi, sono più aggressivi. Non serve uccidere l’orsa perché i cuccioli se sopravvivono non crescano con un esempio di comportamento predatorio verso le proprietà umane, o eliminare gli elementi che manifestamente mostrano aggressività o comportamento predatorio verso le proprietà umane, via via si formerà una popolazione di animali selvatici sempre più reattiva e facile all’attacco, fino all’estinzione della popolazione stessa ad opera dell’essere umano che nella gerarchia è quello con più capacità di eliminazione di altri esseri viventi. Quindi, non vanno modificate le norme europee, va cambiato a monte il “sistema sociale animale” che popola le montagne. Tra l’altro, fra le più antropizzate d’Europa.

È evidente che il modo con cui è stata gestita la tutela delle specie estinte è fallimentare, questi esperti di progetti di riequilibrio dell’ecosistema alpino hanno prodotto dei sistemi sbilanciati e squilibrati; ma e come può essere successo tutto questo? Semplice! è probabile che i cospicui finanziamenti abbiano attirato degli impostori piuttosto che persone in grado di comprendere un ecosistema e di gestirlo in modo equilibrato.

A questo punto a cosa servono tutte le consulenze di esperti e di etologi che la provincia di Trento dice di pagare se alla fine essi stessi sono parte del problema in quanto incapaci di prevedere situazioni che rendono gli orsi più aggressivi?

O ci dobbiamo accontentare delle loro versioni non argomentate, “a volte è così ogni tanto c’è un elemento aggressivo e va eliminato per salvare il progetto”?

Le valutazioni vanno fatte sui dati di fatto: le orse per proteggere i propri cuccioli sono costrette ad andare ai confini dei paesi, dove anziani con comportamenti incauti le provocano.

Quindi è mancata anche un’informazione capillare, in particolare verso le persone a rischio: gli anziani. Chi gestisce il progetto non ha capito che questa informazione doveva partire già quando un altro anziano, anni fa, aveva detto di aver preso a bastonate l’orso (venne intervistato in occasione dell’uccisione dell’orsa Daniza).

Concludendo con l’autoreferenza, il giustificazionismo e le ordinanze facili di eliminazione di orsi e lupi, avremo come risultato un’altra estinzione di animali selvatici e lo spreco di milioni di euro che erano stati destinati al riequilibrio dell’ecosistema alpino. Di solito quando le cose non funzionano si cambiano le persone invece che uccidere la fauna selvatica (distruggere e stravolgere nel tempo il progetto).

di Otto Ark.

PS: A proposito, anche la gestione della comunicazione mediatica di tipo menzognero e confusivo, non fa che alimentare ulteriore rabbia: KJ2 è stata uccisa una settimana prima del 12 agosto,

dicono, ad esempio, che KJ2 sia stata abbattuta una settimana fa, ma si è deciso di darne notizia alla vigilia di Ferragosto per mitigare la prevedibile rivolta degli animalisti.”

Anche qui sotto, un video pubblicato il 13 agosto 2017, dice che è stato in ospedale una settimana; l’aggredito cambia ancora versione dei fatti dicendo che prima l’orsa lo ha aggredito e poi si è difeso e non il contrario come aveva dichiarato al referente del progetto orsi in trentino.

Ecco la versione dell’uomo finito in pronto soccorso al Santa Chiara di Trento, dov’è rimasto per una settimana, dopo essere stato attaccato durante una passeggiata serale in un bosco del Trentino in compagnia del cane

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16 articolo blog orsitrentino.wordpress.com Fare reddito con le distorsioni regolamentative PACOBACE.

di: Otto Ark, Gloria Kolbe

Ora vediamo da dove parte questa modifica  che ottiene di sorvolare i principi delle direttive europee di tutela dell’orso e inserimento faunistico al fine di riequilibrare l’ecosistema

cui derivano finanziamenti cospicui per l’inserimento e la tutela dell’orso in trentino

Vista la nota Prot D334/193497 del 5/04/2013, trasmessa dalla Provincia Autonoma di Trento al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con la quale si rappresenta la necessità condivisa da tutte le Regioni e Provincie autonome interessate dalla presenza dell’orso firmatarie del sopra citato PACOBACE di apportare alcune modifiche a detto piano d’azione, con particolare riferimento agli orsi dannosi.

quindi siamo nel aprile del 2013 e questi sono i politici che hanno voluto dal 2013 al 2015 un inasprimento delle pene per gli orsi problematici fino alla loro uccisione.

Aprile 2013 Provincia di Trento, (Lorenzo Dellai centrosinistra) Ottobre 2013 Ugo Rossi questo articolo di giornale è riferito a un episodio dell’estate del 2014rossiIncidente

Provincia di Bolzano, (Durnwalder Alois SÜDTIROLER VOLKSPARTEI) ottobre 2013 Kompatscher Arno   sudtiroler  cui è stata inviata una petizione 

Friuli Venezia Giulia,  (Renzo Tondo centro destra) aprile 2013 Debora Serracchiani centrosinistra renziana a favore dell’abolizione della Costituzione Italiana (referendum)

Lombardia, (Roberto Formigoni centrodestra) febbraio 2013 Roberto Maroni lega nord (no comment è la formazione politica che meglio tutela gli interessi dei cacciatori)

si crea il problema di “sovrannumero orsi” per legittimare la caccia all’orso?

Veneto, (Giancarlo Galan centrodestra) 2015 Luca Zala lega nord

Ministero dell’Ambiente (Stefania Prestigiacomo Governo Berlusconi) febbraio 2014 Gianluca Galletti ha favorito la finta anestesia che portò all’uccisione dell’orsa Daniza per poi promuovere questa modifica al PACOBACE che permette l’uccisione di orsa che difende i propri cuccioli.

spiace dirlo ma la modifica per facilitare l’uccisione degli orsi arriva da una prevalenza di governatori di sinistra (a parte l’autonomia di Bolzano) sono tre su cinque (di cui due governatori regionali della Lega Nord) e un Ministro renziano.

La morte dell’orsa Daniza avvenne  nel settembre 2014.

In quell’occasione poiché sentimmo questa lamentela sugli orsi dannosi andammo a verificare sul posto, cioè facemmo diverse fotografie  ai casolari e alle zone attorno a Pinzolo, Val Rendena, Stenico e la siatuazione era questa:

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UN VERO RECINTO qui siamo a Stenico, un allevatore virtuoso, a protezione dagli orsi ha messo fino a otto giri di fili elettrificati, sono fili di plastica gialla che emettono delle scariche elettriche, è il modo corretto di mettere questo recinto, ma l’unico che abbiamo trovato, è vicino alla strada, quindi si può vedere bene passando con l’auto e però è a valle dove è improbabile che l’orso arrivi.

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qui siamo in val Rendena in pratica una recinzione inutile per un orso ma qui non ci sono animali.

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questo è il cancelletto che Daniza avrebbe rotto per entrare dove c’erano le pecore del sig Pellizzari cosa che le è costata l’uccisione, è chiaro che l’orso non può essere tenuto lontano con recinzioni in legno.

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qui sempre in val Rendena ci sono degli animali, un solo giro di filo elettrificato, l’orso può passare tranquillamente sotto il filo.

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sempre in val Rendena una mucca in tranquilla attesa che arrivi l’orso da sotto il filo elettrificato, il più delle volte senza che sia collegato alla corrente perché gli allevatori dicono che non vogliono perdere tempo a staccare la corrente per andare dalle bestie.

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qui stessa cosa recinti inutili perché l’orso riesce a rompere i recinti in legno.

Allora andiamo a vedere com’è il recinto dove un orsa è rinchiusa

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questo è il recinto dove è rinchiusa l’orsa in ferro robusto e elettrificato.

Quindi per tenere un orso rinchiuso sanno fare ottimi recinti per proteggere i capi di bestiame no ma perché?

Abbiamo molte altre foto, che dimostrano la mancanza di segnali che indichino la presenza dell’orso (foto del 2014)   l’essenziale è questo.

ecco le risposte che ci hanno fornito:

  • non metto il recinto perché qui non ci sono mai stati recinti e non è che perché hanno voluto l’orso lo mettiamo.
  • non mettono il recinto perché possono usufruire dei risarcimenti in caso di danni.
  • non metto il recinto perché costa troppo e la Provincia di Trento me ne paga solo una parte e allora che mi paghino i danni.
  • non metto il recinto perché l’orso lo rompe subito, un filo elettrificato non gli fa nulla ha il pelo lungo e secco la scossa nemmeno la sente se è affamato. Quelli della Provincia non capiscono niente fanno i tecnologici ma la realtà è diversa. (ecc

Concludendo a noi sembra che qui ci marcino tutti, abbiamo una nota trasmessa 5 mesi prima dell’uccisione dell’orsa Daniza, al Ministero dell’Ambiente per poter ottenere di uccidere l’orso anche se è un animale tutelato, abbiamo recinti inesistenti e allevatori che si lamentano dell’inadeguatezza dalla Provincia di Trento nel gestire l’introduzione dell’orso, abbiamo fiumi di risarcimenti concessi per danni al bestiame e alle coltivazioni senza che mai siano stati messi in atto dei controlli seri sulle misure di prevenzione (recinti). E infine abbiamo l’uccisione legittimata dal Ministero dell’Ambiente con la modifica del PACOBACE, uccisione di un orsa che attacca per difendere i suoi  cuccioli, procedura che in nessun posto (es Appennini) è ritenuta una procedura corretta.

 

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15 articolo blog orsitrentino.wordpress.com Il 70% dei trentini voleva l’orso.

di: Gloria Kolbe e Otto Ark

In questo articolo pubblicato il 14 agosto dalla BBC

Il wwf ritiene che si debba reintrodurre una specie precedentemente estinta solo  se la comunità locale accetta la specie.

sondaggi

i sondaggi sono stati due:

uno all’inizio, nel 1997, e l’altro nel 2003, tutti e due avevano raggiunto pareri positivi per circa il 70%.

I sondaggi avvenivano anche telefonicamente presso le abitazioni dei residenti.

Fra le motivazioni quella più gettonata era che avrebbero portato più turismo.

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14 articolo blog orsitrentino.wordpress.com Orsi affari per milioni e poi li possono uccidere per nulla.

di: Gloria Kolbe, Bear Law, Otto Ark.

Ad oggi dopo le modifiche del 2015, un orso può essere ucciso per futili motivi,

se si avvicina a un’abitazione (quindi anche nei boschi)

se si avvicina ai paesi o se entra in un paese,

se si nutre di frutti di una coltivazione, o di capi d’allevamento,

se attacca per difendere i cuccioli

o se attacca dopo essere stato molestato o provocato,

se entra in abitazioni anche frequentate saltuariamente. Come fa un orso a sapere che sono frequentate saltuariamente è un mistero.

Otto milioni di euro per un progetto che ha 50 orsi, l’uccisione di KJ2 ci è costata 160.000 euro e per motivi molto più blandi se ne possono andare in fumo altre centinaia di euro di contributi collettivi.

Ma andiamo con ordine:

L’uccisione dell’orsa mamma KJ2 è stata permessa da un documento qcn_32_orso_bruno approvato nel 2008 che elenca i comportamenti cosi detti problematici degli orsi

pericolositaOrsiPacobace

e le relative azioni: uccisione dell’animale, sorveglianza, costrizione in un recinto.

azioni

Il PUNTO R ORSA ATTACCA PER DIFENDERE I CUCCIOLI NON PREVEDE L’AZIONE K UCCISIONE

il 30 luglio 2015 viene modificato il documento

2015 pericolosità

 

NELL’ORDINANZA EMESSA DAL GOVERNATORE DELLA PROVINCIA DI TRENTO E’ STATO APPLICATO IL PUNTO: ORSA ATTACCA SENZA MOTIVO 

2008 DA CHI ERANO STATI DECISI I PROTOCOLLI SOPRACITATI.

pacobace

Pacobace è l’abbreviazione di

“Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali ”

 è stato redatto da un tavolo tecnico interregionale costituito da:

Provincia di Trento, (Lorenzo Dellai centrosinistra)

Provincia di Bolzano, (Durnwalder Alois SÜDTIROLER VOLKSPARTEI)

Friuli Venezia Giulia,  (Renzo Tondo centro destra)

Lombardia, (Roberto Formigoni centrodestra)

Veneto, (Giancarlo Galan centrodestra)

Ministero dell’Ambiente (Stefania Prestigiacomo Governo Berlusconi)

e ISPRA Piero Genovesi 

è stato formalmente adottato dalle Amministrazioni territoriali coinvolte e approvato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con Decreto direttoriale n. 1810 del 5 novembre 2008.”

Coordinamento istituzionale Pier Luigi Fiorentino architetto)

Coordinatore Provincia di Trento Claudio Groff giurista.

Supervisione scientifica Piero Genovesi. Laurea Scienze Naturali Sapienza di Roma (1989 ) Dottorato in Biologia Evoluzionistica 1993)

Tecnico incaricato della stesura  Fraquelli Cristina veterinario

DA CHI SONO STATE DECISE LE MODIFICHE 2015 (MINISTRO AMBIENTE GALLETTI) CHE LEGITTIMANO AD UCCIDERE UN ORSO PER UN NON  NULLA ? MISTERO

APPENA LO VERREMMO A SAPERE VI AGGIORNEREMO.

 

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