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11 articolo blog orsitrentino.wordpress.com Infine resta una cORSA

orsa-con-cuccioli1di: Una mORSA nel cuore

“Pensavo di farcela, almeno io…

Di sopravvivere alla crudeltà degli uomini.

Poi, la realtà, è arrivata con il rumore di un proiettile.

Meschino, silenzioso e preciso.

Ha lacerato tutto.

Mi è esplosa dentro, la morte, in miriadi di frammenti interni.

E mentre violento e ingiusto è arrivato il buio tetro della fine, avevo davanti agli occhi la luce di un nuovo daccapo: piccole orme, incredule, si sono fermate di getto al mio fianco; piccoli cuori impazziti mi palpitavano accanto, mentre il mio, in una sorda deflagrazione, mi esplodeva in petto, per non battere poi, mai più.
Si allontana incerta, nella trincea di boschi umidi, la corsa di quei passi filiali.

Voci e grida nemiche, si avvicinano correndo.

Odore di sudore, di polvere da sparo e giubilo, pervadono l’aria intorno, adesso.
Resta qui immobile, il mio corpo.

In un luogo così tremendamente ostile e alieno, che per un po’, avevo creduto essere casa.”

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admin

4 articolo blog orsitrentino.wordpress.com Interviste giornalistiche sugli orsi e manipolazioni d’opinione.

di: Otto Ark

Ho appena ascoltato un video pubblicato il 15 agosto su youtube ( non riporto il link per non fargli ulteriore pubblicità) in cui il Presidente del trentino (PdTN) e altri esponevano le cose in modo avulso da spiegazioni contingenti e puntuali.

alcuni esempi:

PdTN: In tutto il mondo se un orso aggredisce gli esperti dicono che va ucciso. (generalizzazione)

In tutto il mondo dove?

Gli esperti quali?

La letteratura dice.. quale?

PdTN: Se mi aveste chiamato per parlare di un bambino ucciso da un orso la cosa sarebbe ben più grave, mi avete chiamato per l’uccisione di un orso non è così grave.

(suggestione)

Non è mai successo che un bambino fosse ucciso da un orso in trentino, perché fare di queste suggestioni?

Non è grave l’uccisione di un orso per lui che l’ha voluto, questo è scontato

L’ascia dimentica sempre ciò che l’albero ricorda.

PdTN: In trentino ci sono 50 orsi che sono gli unici che ci sono sulle alpi e vivono tutti in trentino è il progetto di ripopolamento più importante d’Europa.

(realtà parziale e falsata non è vero che gli orsi delle alpi sono tutti in trentino)

Tre anni, dopo la morte di Daniza avevate detto che erano 100, dove sono finiti gli altri 50?

Altro soggetto a favore di PdTN: le persone vivono fuori dalla realtà l’orso non è il peluche con cui vanno a letto.

(screditamento)

  • questa cosa di dire che la gente, quando non concorda con un comportamento, sia stupida, quindi screditarla è tipica delle persone autoritarie e narcisiste, se una persona pensa diversamente da te chiediti il perché.

Non vi tedio con le altre suggestioni verbali ma sia chiaro che:

-In trentino ricevono molti soldi pubblici per questo ripopolamento loro stessi dicono in questo video che ci sono più di cento di persone pagate per occuparsi degli orsi in trentino e che non hanno bisogno di altri esperti.

-Gli allevatori e gli agricoltori che tanto si lamentano che gli orsi sbranano le loro pecore (e per questo vengono risarciti con soldi pubblici) non mettono recinti o mettono recinzioni ridicole.

-Gli orsi sono stati collocati a valle fin dall’inizio probabilmente per motivi di attrazione turistica, inoltre non hanno sufficiente cibo nel bosco per alimentarsi, altrimenti non andrebbero a cercarlo nei casolari, mancano piante di bacche di cui si cibano e il poco che c’è viene preso dagli abitanti del posto (frutti di bosco, funghi).

-Se proprio pensano che gli orsi siano pericolosi potrebbero mettere delle zone di rispetto per gli orsi e recintarle tramite queste recinzioni fare in modo che gli orsi siano spinti ad andare a vivere sulle altitudini delle alpi dove vivevano prima, spostandosi quindi dai centri abitati.

– Se una persona si espone deliberatamente a un rischio molestando un orsa con dei cuccioli è definito COMPORTAMENTO INCAUTO la responsabilità di un comportamento incauto è di chi lo agisce.

 qui un link sulle più comuni fallacie ovvero manipolazioni verbali per condizionare l’opinione pubblica.

Grazie per l’attenzione CF

admin

2 articolo blog orsitrentino.wordpress.com da Life Ursus a Death Ursus.

tutto quello che si deve sapere sul Trentino e la sua politica_97324738_bearbodyitalyalamy

(20 agosto aggiornamento con tutti  gli orsi) di Gloria Kolber

Lista di tutti gli orsi uccisi in Trentino Lista degli orsi trentini rinchiusi, deceduti o scomparsi

OTTO DEI DIECI ORSI SLOVENI IMPORTATI IN TRENTINO FRA IL 1999 E IL 2002 SONO DECEDUTI: IRMA, BRENTA, VIDA, MASUN, MAYA, JOZE, KIRKA, DANIZA, KJ2.

Di seguito l’elenco degli orsi rinchiusi o morti (con annesse cause) dall’inizio del progetto ad oggi.

1) JJ2 (Alias ‘Lumpaz’)

SCOMPARSO
Arrivato in Engadina (Svizzera) nell’estate 2005, se ne sono perse le tracce.

2) JJ1 (Alias ‘Bruno’)

ABBATTUTO
Figlio di Jurka e Joze, abbattuto a fine 2006 in Baviera (Germania) e impagliato in un museo.

3) DJ3 (Alias ‘Aurora’)

CONFINATA
Catturata e tenuta a San Romedio (TN) nel giugno del 2007, trasferita a Casteller (TN) nell’aprile 2008.

4) Jurka

CONFINATA
Catturata e sterilizzata nell’ottobre 2007, prima a San Romedio (TN), poi dopo 10 mesi a Casteller (TN), dove però diventa silenziosa ed apatica. A seguito delle richieste da parte degli animalisti viene trasferita nel Parco alternativo per lupi e orsi della Foresta Nera in Germania.

5) JJ3

ABBATTUTO
Abbattuto nel 2008 all’età di 2 anni nel Cantone dei Grigioni in Svizzera.

6) KJ2G1

DECEDUTO PER ANNEGAMENTO IN SEGUITO AD ANESTESIA
Femmina di 2,5 anni, nipote di Jurka, morta annegata nel lago Molveno nel 2008 in seguito a telenarcosi. Colpita mentre cercava cibo nei cassonetti.

7) F11

CAUSE SCONOSCIUTE
Cucciolo di femmina di 3 / 4 mesi i cui resti sono stati rinvenuti in val Nambrone il 26 aprile 2012

8) JJ5

DECEDUTO IN SEGUITO AD ANESTESIA
Morto all’età di 6 anni, nel giugno 2012. Era stata piazzata una trappola a tubo nei boschi intorno a Monte Terlago. La mattina del 12 giugno la squadra della Provincia di Trento, composta da forestali e veterinari, era salita fino alla trappola in attesa dell’orso. Appena l’animale si era infilato nel tubo i veterinari lo avevano anestetizzato per marcarlo tramite radio collare GPS, come da protocollo del progetto. L’animale non si è più risvegliato.

9) M12 (Alias ‘Mico’)

INVESTITO DA UN’AUTO
Maschio di 3 anni, travolto e ucciso da un’auto nel giugno 2012 – Impagliato ed esposto al Museum Ladin Ursus Ladinicus di San Cassiano in Badia.

10) F10

CAUSE SCONOSCIUTE
Orsa di 2,5 anni, morta per cause sconosciute, è stata ritrovata il 20 settembre 2012 nei boschi sopra Caderzone (Val Rendena).

11) DJ1G1

CAUSE SCONOSCIUTE
Orso di 5,5 anni, rinvenuto morto il 22 ottobre 2012 in provincia di Sondrio per cause sconosciute.

12) M13

ABBATTUTO
Fratello di M12, abbattuto in Svizzera nel 2013.

13) M11 (Alias ‘Lorenzo’)

BRACCONAGGIO
Rimasto orfano viene allevato cresciuto ed alimentato da Alberto Staffella del Corpo forestale regionale Trentino. Rimesso in libertà viene ucciso ad opera di bracconieri nel 2013. Corpo mai ritrovato. Ma sembra che i trentini sappiano dove sia stato sepolto il corpo (Val di Gresti).

14) M14

INVESTITO DA UN’AUTO
Fratello di M12 e M13, investito nei pressi di Chiusa nel 2013, impagliato e conservato nel Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige a Bolzano.

15) MJ4 (Alias ‘Dino’)

ABBATTUTO
Dino rischiò di morire strozzato a causa del collare senza drop-off che gli era stato applicato per il monitoraggio. Frequentava l’altopiano di Asiago, scomparso dall’altopiano si vociferò fosse stato ucciso in Veneto e conservato in freezer per essere mangiato. Invece l’orso Dino è stato ucciso il 15 marzo 2013 a Vrhnika in Slovenia, a metà strada tra Postumia e Lubiana, nell’ambito degli abbattimenti consentiti dalle autorità locali. Si pensava che fosse malato di rabbia, dal momento che sbatteva il capo contro le case. Invece si comportava in questo modo in seguito a una ferita al collo: non fu mai reso noto chi o cosa causò tale ferita.

16) M2

BRACCONAGGIO
Padre dei cuccioli di Daniza, ucciso a fucilate nel settembre del 2013 all’età di circa 5 anni dagli abitanti della Val Rendena. Venne colpito alla zampa e poi abbattuto. I responsabili non sono mai stati trovati. L’articolo cui allego il link è raccapricciante testimonianza della mentalità degli abitanti della valle.

17) IDENTITA’ NON NOTA

CAUSE SCONOSCIUTE
Cucciolo trovato morto in val Ambiez il 14 maggio 2014.

18) IDENTITA’ NON NOTA

CAUSE SCONOSCIUTE
Orso trovato morto a Stenico il 4 settembre 2014.

19) DANIZA

ANESTESIA
Uccisa con anestetico il 11 settembre 2014.

STIMA PAT (2013)

STIMA (ricalcolata al 2014)

Di seguito l’elenco degli orsi SCOMPARSI dall’inizio del progetto ad oggi. DJ 2 non rilevato dal 2005
MJ3 non rilevato dal 2006

DJ3?? non rilevato dal 2008

Joze non rilevato dal 2009

F9 non rilevato dal 2009

KJ1G1 non rilevato dal 2010 M5 non rilevato dal 2010 DJ1 non rilevato dal 2011 M9 non rilevato dal 2013 F12 non rilevato dal 2013 M16 non rilevato dal 2013

Masun, Kirka, Vida, Maja dal 2007

DJ3G1 non rilevato dal 2008

GLI ORSI SCOMPARSI

JOZE

Proviene dalla Slovenia ed arriva in Trentino il 22 Maggio 2000, all’età di 5 -6 anni. Nel Luglio 2001 perde il radio collare e viene seguito tramite marca auricolare. Il 1

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1 articolo blog orsitrentino.wordpress.com Chi siamo?

 

Grandecarroicona

Un avvocato, un artista, una scienziata, una psicologa e un altoatesina  per il momento, se il gruppo si allarga ve lo faremo sapere….

Bear Law,

Un mOrso nel cuore,

Gloria Kolbe,

Viola Leon,

Otto Ark,

 

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Habit theory, frammenti in itinere.

Tornando sulla teoria dell’abitabilità energetica, partendo dalle ipotesi che: tempo e spazio siano rappresentazioni della “mente” e che in realtà non esistano, continuiamo con la nostra ipotesi che dopo la cosi detta “morte fisica” i “pacchetti energetici” di cui siamo costituiti mantengano una sorta di “identità energetica” ovvero la “persona” continua a permanere in altre dimensioni energetiche immateriali, quindi senza poter dimostrare nulla semplicemente optiamo per una scelta: l’energia ha una identità quindi una “soggettività” e questa permane nei processi di “cambiamento” dell’organizzazione energetica.

A questo punto dobbiamo prendere in considerazione il punto di vista religioso che afferma la stessa cosa: il soggetto dopo la morte continua ad esistere con la sua soggettività.

Se partiamo dall’idea che esista una soggettività, nella mia teoria allargata a animali, piante ecc…,(magari anche extraterrestri) ne consegue che esista una “libertà soggettiva”, ovvero la possibilità di scegliere verso una organizzazione energetica o un’altra (detto in altri ambiti anche: comportamento o libero arbitrio), pertanto la soggettività implica in sé la volontà.

Da ciò ne consegue una responsabilità soggettiva che nelle religioni è definita: colpa, karma…., a questo punto tale responsabilità soggettiva ci sarebbe solo nell’organizzazione energetica materiale (cosi detta durante la vita terrena) o anche in quella immateriale?

Le religioni si dividono sostanzialmente su tre fronti:

marcatamente regolamentative, quindi minima responsabilità ovvero solo la responsabilità di seguire o meno quanto indicato nei cosi detti testi sacri per esempio islamismo .
meno regolamentative e più orientate ad una antropizzazione divina e alla possibilità di accordarsi o contrattare con Dio, una qualche forma di perdono e possibilità di ricominciare da capo: per esempio cattolicesimo ed ebraismo.
Responsabilitative, ovvero “la colpa” ricadrebbe sul soggetto il quale o deve fare qualcosa per ripristinare un “organizzazione energetica” in modo riparativo e etico oppure “il destino” o karma gli permetterà di capire i suoi sbagli. Per esempio buddismo o altre interpretazioni del cristianesimo che non siano cattoliche.
Nella teoria abitazionale si opta per il punto c) in quanto è quello che meglio permette di sostenere l’ipotesi di una soggettività energetica permanente, e si sceglie senza poter dimostrare nulla, che tale responsabilità soggettiva, permane anche nelle dimensioni immateriali, ovvero il cosi detto libero arbitrio potrebbe esistere anche dopo la morte, in forma differente ovvero nelle altre dimensioni, cioè in quelle immateriali, mentre si estinguerebbe nella sola dimensione materiale.

Chiaro da questo ne derivano una serie di argomentazioni e affermazioni che si discostano sia dal punto di vista della scienza empirica occidentale sia dal punto di vista delle varie religioni, escluse alcune forme di buddismo che in realtà ipotizzano qualcosa del genere, ovvero che chi si libera dal karma possa intervenire nella dimensione materiale, ma nell’ottica buddista solo se ha raggiunto la cosi detta perfezione.

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Sull’illusione dello spazio

Continuando con la mia teoria “Habit theory” descritta in vari spazi web, in parte anche in questo blog vorrei affrontare la mia ipotesi che non solo il tempo è illusione ma anche lo spazio.

Nell’espressione identitaria energetica, che permane anche dopo la morte fisica del corpo, ipotizzo che il tempo in sè non esiste è solo l’elaborazione “psichica” del “movimento” energetico, ovvero esiste il movimento di energia, per esempio la rotazione della terra attorno al sole, che ogni identità energetica (umani, animali, vegetali ecc..) si rappresenta “psichicamente” come tempo. Questa rappresentazione è possibile in quanto l’espressione identitaria nei diversi insiemi (fisico/tangibile, mentale, spirituale..) in cui esistono le unità energetiche comunicanti e collegate fra loro e costituiscono identità energetiche anch’esse comunicanti fra loro, modifica la propria espressione energetica, ovvero viene percepito il cambiamento da uno stato all’altro (organizzazione energetica) ed è questo “cambiamento” che genera la rappresentazione del tempo.

Anche lo spazio, a mio parere, è una rappresentazione “psichica”, è possibile spiegare questo con una metafora: se ascoltiamo una musica le note possono essere più alte o più basse (frequenza maggiore o minore) possiamo rappresentarci le note su uno spartito musicale e assegnare alle note più intense (maggiore frequenza) una collocazione visivamente più in alto e a quelle di minore frequenza una collocazione visivamente più in basso dello spartito. Tale collocazione è solo una trasformazione psichica da un codice uditivo a un codice visivo: in altre parole diamo una spazialità al suono, se ascoltiamo una melodia possiamo visualizzare la collocazione spaziale delle note sullo spartito, anche se il suono non ha una spazialità. Nello stesso modo le unità energetiche possono assumere maggiore o minore intensità energetica (parlando dell’insieme tangibile/concreto) e la nostra “identità energetica” costruisce una collocazione spaziale che in realtà non esiste come non esiste il tempo ma abbiamo bisogno di considerarla come esistente in quanto essa stessa riferimento necessario, per poter modulare “il movimento-cambiamento” nell’insieme delle unità energetiche tangibili-sensoriali-concrete (pseudo concrete).

Quindi il passaggio cosi detto vita morte è una migrazione delle unità energetiche negli insiemi mentale/affettivo-spirituale il cui aumento dell’intensità energetica è relativo alla qualità intellettuale-spirituale, mentre nell’insieme “biologico-tangibile” è relativo alla rappresentazione collocativa dei riferimenti spazio-temporali che in realtà sono costruzioni necessarie ma non esistono.

Un esempio di realtà psichica e affettivo spirituale, senza spazio e tempo, possiamo sperimentarlo con l’attività onirica, penso che questo “stato” aspaziale e atemporale permanga dopo la morte, e poiché non esisterebbe spazio e tempo il “numero” delle identità energetiche potrebbe essere infinito, in altri termini il concetto di numerabilità in una realtà ipoteticamente senza spazio e senza tempo non ha senso.

admin

Distinguere la psicoterapia da altri interventi psicologici con la metafora del labirinto.

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Premesso che si parte da una impostazione prevalente è di tipo cognitivistico (il cognitivismo non va confuso con le scienze cognitive che sono tutt’altra cosa) per comprendere la differenza fra consulenza psicologica, sostegno psicologico e psicoterapia; immaginiamo di trovarci con il cliente in un labirinto, il labirinto è il problema che porta il cliente.

Abbiamo tre modi differenti di aiutare il cliente:

Consulenza: lo psicologo è come se vedesse dall’alto il labirinto e dice al cliente, gira a destra poi a sinistra e li trovi l’uscita, il cliente lo fa e risolve il suo problema. A volte il cliente ingenuo ed è convinto che le indicazioni dello psicologo si possano generalizzare e le applica ad altri “labirinti” esponendosi a ripetuti fallimenti o esponendo a ripetuti fallimenti le persone cui rivela la “magica” soluzione data dallo psicologo.

Sostegno: lo psicologo è come se fosse vicino al cliente, e poiché conosce tanti labirinti, tanti quanti ne ha potuto incontrare durante la sua esperienza professionale, assieme al cliente decide quale strada percorrere per arrivare all’uscita, e di solito ci mette meno tempo del cliente perché ha più esperienza. Il cliente ingenuo una volta trovata la soluzione si convince di avere la stessa esperienza dello psicologo, perché la soluzione l’hanno trovata assieme, e si avventura in altri labirinti anche più complessi esponendosi a molteplici fallimenti o esponendo altre persone verso cui si atteggia a counselor.

 

Psicoterapia: lo psicoterapeuta sviluppa nel cliente, rispettando il suo modo di vedere le cose, le abilità per riconoscere nei dettagli le indicazioni che vengono date dal labirinto stesso per trovare l’uscita, partendo dai dettagli più evidenti fino a quelli apparentemente più insignificanti ma non per questo meno importanti. Il cliente ingenuo è convinto che possano bastare i dettagli più evidenti, cioè di essere in grado di riconoscere tutti i dettagli anche dopo qualche mese dalla psicoterapia, così facendo si espone a fallimenti e invalida, con la sua sospensione della psicoterapia, il percorso psicoterapeutico fatto fino a quel momento, questo è l’errore di chi poi sostiene di non aver risolto nulla con la psicoterapia, ma se gli chiedete quante sedute ha saltato, ne avrà saltato parecchie. In questo caso di solito il cliente sottovaluta la necessità di continuità terapeutica . Inoltre  la lunghezza o brevità di una psicoterapia sono soggettive e non le può valutare il cliente stesso. Lo psicoterapeuta non può decidere a priori quanto debba durare una psicoterapia, se uno psicoterapeuta ha la pretesa di stabilire la durata di una psicoterapia probabilmente sta facendo sostegno psicologico e non psicoterapia.

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Gli ordini ballano sulla salute della gente ignorano la necessità di definire un “mercato” capace di generare reddito per gli psicologi e svendono la psicologia?

SchultzCon l’involuzione intellettuale prodotta dalla riforma universitaria del ministero “Moratti” (lauree triennali)e la degenerazione culturale prodotta dalle varie decretazioni del governo Monti (legittimazione dei counselor) che in qualche modo hanno coinvolto gli psicologi, da qualche anno si assiste a un proliferare di teorie psico qualcosa, sia di origine accademica che di origine individuale .

Dopo la riforma del 1989 la psicologia si trovava ad impegnarsi su un piano professionalizzante; negli anni ’90 la formazione accademica era molto impegnativa e vedeva per esempio in Università come Torino solo il 10% di studenti laurearsi rispetto gli immatricolati, senza che venisse istituito il numero chiuso.

A cosa serviva un iter di studio così complesso, impegnativo e approfondito dal punto di vista epistemico e così ampio nella trattazione di tutti gli orientamenti psicologici che si erano sviluppati nel ventesimo secolo? Di certo non serviva a scegliere l’orientamento più adatto allo studente, in quanto venivano presentati tutti gli orientamenti come validi e obbligavano lo studente ad integrare tutti gli approcci, pertanto i percorsi universitari degli anni ’90 fornivano “molteplicità d’approccio psicologico” e correttezza logica e scientifica nel comprendere ciascun aspetto, alla fine ne uscivano psicologi con una consistente formazione che però non trovavano un “mercato professionale” tutelato dall’Ordine degli psicologi che permettesse ai nuovi psicologi di generare reddito.

Quello che hanno trovato gli psicologi degli anni ’90 è stata una sempre più diffusa tendenza a continuare a generare reddito con i neo-laureati in psicologia, da parte di molteplici psico-formatori, attraverso scuole di specializzazione in psicoterapia, ed ora tramite corsi formativi obbligatori, di fatto le istituzioni ordinistiche hanno favorito e giustificato un mercato psicologico formativo, oneroso per i neopsicologi, e non tutelativo del mercato professionale degli psicologi, questa è solo una questione economica? A mio parere no.

L’Ordine degli Psicologi, procedendo su questa strada “auto-fagocitante” ha favorito il quintuplicarsi del numero degli psicologi italiani, fino a generare un numero pari a un terzio di tutti gli psicologi europei e un decimo di tutti gli psicologi mondiali, senza mai, a differenza di tutte le altre professioni, definire il “mercato professionale” degli psicologi, ed a oggi continuano a giustificare che: le competenze più pertinenti agli psicologi, vengano distribuite su altre professionalità sempre attraverso un florido mercato di corsi rapidi semplicistici offerti ai vari “psico-qualcosa” e molto spesso tenuti da altrettanto “psico-qualcosa” (senza una laurea in psicologia), fino ad arrivare a corsi universitari in psicologia tenuti da un 80% di “psico-qualcosa”.

Tutto questo genera qualche problema alla salute collettiva?

A mio parere si per esempio l’enfasi sulla questione “autostima” produce dei narcisisti, i narcisisti hanno bassa capacità empatica, pertanto sono inclini a comportamenti crudeli senza rendersene conto, e infatti abbiamo un aumento dell’aggressività sociale e un proliferare di fenomeni sadici: “mobbing”, “stalking”.., oppure certe modalità prescrittive in stile “comportamentistico”, denominate spesso in modo inadeguato “cognitivo-comportamentale”, queste esonerano il soggetto a riconoscere il processo causale e lo infantilizzano, vero se si ha obbedienza da parte del soggetto (chiamata inadeguatamente compliance) si ottengono risultati a breve termine, ma poi quali sono i costi dell’infantilizzazione che ne conseguono? Sono facili da immaginare: deresponsabilizzazione, dipendenza dalla prescrizione, e pertanto una certa tendenza alla sociopatia o quanto meno forte influenzabilità verso le strategie di marketing che sono seduttivo-prescrittive.

E la lista sarebbe molto lunga…

In conclusione, questa negligenza istituzionale, da parte dell’Ordine degli Psicologi, in termini di non definizione di un mercato professionale, sta molto probabilmente generando danni alla salute collettiva, in quanto permette che la professionalità psicologica sia estesa a persone (es medici, insegnanti, infermieri, counselor) che non hanno la competenza per esercitarla, in quanto non sono provvisti dell’iter formativo specifico: laurea in psicologia, tirocinio, esame di stato, specializzazione post laurea, in altre parole, definire l’iter formativo specifico dello psicologo, non è sufficiente se a ciò non segue un altrettanto seria definizione del “mercato psicologico”, mercato che vorrebbe se si segue la logica del buon senso, psicologi insegnare psicologia a degli psicologi e non chiunque insegnare psicologia a chiunque, se poi nascono fenomeni del tipo corsi contro l’ideologia del gender, non lamentiamoci, se poi chi li segue non sa riconoscere già nella nominazione “ideologia” qualcosa di ridicolo e illogico, io non penso che la psicologia debba essere ridotta a un “oggetto di vendita” proposto da chiunque su cui far convergere spot pubblicitari come quello sopra citato “ideologia del gender”, ritengo che le istituzioni abbiano grosse responsabilità in questo senso.

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La carica dei 101 mila psicologi e i troppi psico-qualcosa che gli fanno formazione.

Prima dell’istituzione dell’Ordine professionale degli psicologi 1989, in Italia si contavano 2 corsi universitari a: Padova e Roma.

All’inizio degli anni ’90 salivano almeno a 5: Padova, Roma, Torino, Milano, Bologna.

Oggi di corsi universitari in Psicologia ce ne sono almeno 39, dopo la Riforma Moratti che doveva adeguare i percorsi universitari alle esigenze del mercato, abbiamo visto il business formativo universitario di psicologi aumentare di 10 volte.

Di tutti questi laureati in psicologia solo una piccola parte si iscrive all’Ordine degli Psicologi con la speranza di poter esercitare la professione, per un totale di 95.000 nel 2015 che certamente ad oggi, 2016 avrà superato la quota di 100.000.

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L’affare formazione si è poi spostato anche alla formazione permanente (ECM obbligo formativo)

L’Ordine degli Psicologi, invece che tutelare la professione dello psicologo e impedire che un’enorme quantità di pseudopsicologi, faccia le stesse cose che fanno gli psicologi, è più preoccupato a controllare se l’obbligo formativo viene ottemperato da tutti gli psicologi, tramite agenzie apposite naturalmente costituite sempre dai non psicologi CoGeAps.

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Se state pensando che fare formazione è una delle opportunità per uno psicologo vi sbagliate, non solo nei vari costosissimi corsi di formazione ci sono tanti psico-qualcosa e rari psicologi, ma anche nei corsi di Laurea Magistrale in Psicologia per esempio due docenti su dieci hanno una laurea in psicologia, questo lo si scopre andando a cercare pazientemente nei loro curriculum, sui siti confusivi delle varie università.

Se per ottemperare all’obbligo formativo vi iscrivete a una di queste Lauree Magistrali in Psicologia, frequentando le lezioni vi accorgete subito che parlano di tutto tranne che di cose pertinenti alla psicologia o argomentate in modo congruente alla disciplina psicologica, una cozzaglia di informazioni inintelligibili, vi viene propinata con elegante trattazione, e poi capite il perchè… per esempio il corso denominato “SSD: PSICOLOGIA DINAMICA M-PSI/07, è tenuto da un filosofo, non iscritto all’Ordine degli Psicologi, ma dovrebbe essere un corso tenuto da uno psicologo – psicoterapeuta con esperienza di psicoterapia, semplicemente perché è più adatto a questo tipo di trattazione, o altro esempio: il corso denominato “SSD: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE M-PSI/04” (notare lo PSI che sta per psicologia) non è tenuto da uno psicologo dell’età evolutiva iscritto all’Ordine degli Psicologi e con esperienza in psicologia dell’età evolutiva, ma da una pedagogista.

Tutto questo vi sembra normale? In qualche corso di laurea in Medicina, Architettura, Ingegneria, o altro che preveda un Ordine professionale accade tutto questo?

No non accade, e non solo nei corsi di laurea professionalizzanti, per esempio nel programma di corso di laurea in Fisica, chi insegna matematica deve avere una laurea in matematica, ma CHI INSEGNA FISICA HA ALMENO UNA LAUREA IN FISICA oltre a varie pubblicazioni.

E sono certa che andando a verificare i titoli accademici di tutti i docenti di tutti i corsi di laurea in psicologia, si troverebbero molte altre assurdità.

Quindi a che punto siamo arrivati con questa grande apertura degli Ordini professionali degli psicologi alla psicovulgata e alla legittimazione di un esercito di “psicoqualcosa”? versus: la delegittimazione degli psicologi controllando l’ ottemperanza all’obbligo formativo?

Questi psico-qualcosa formano gli psicologi che potranno iscriversi all’Ordine professionale degli Psicologi, e a breve venderanno corsi di formazione continua agli psicologi iscritti all’Ordine che sono tenuti pertanto all’obbligo formativo.

Io mi auguro che davvero per le prossime elezioni ordinistiche vi sia una sorta di carica dei 101 mila psicologi che si ribella al fatto di essere considerati solo ed esclusivamente come opportunità di reddito da parte di una valanga melmosa di non psicologi.

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Validità dell’indagine dei neuroni specchio sugli uomini con fMRI.

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Spesso i teorici dei neuroni specchio utilizzano per validare la loro teoria, studi con risonanza magnetico funzionale fMRI (Functional Magnetic Resonance Imaging), tale sistema viene utilizzato con il tentativo di rafforzare e avvalorare la teoria dei neuroni specchio dopo le note sperimentazioni sui macachi.

In sintesi l’fMRI consiste nel sottoporre la persona a un forte campo magnetico statico, che causa l’allineamento degli spin dei protoni (cariche elettriche degli atomi), i quali si allineano parallelamente o antiparallelamente, questo perché gli spin protonici iniziano a ruotare sul proprio asse. Fornendo energia a livello atomico alla “stessa frequenza” (risonanza) otteniamo che dopo l’impulso dato, i protoni tenderanno a tornare allo stato iniziale (questa variazione è ciò che si rileva e interpreta).

Tramite una bobina si misura la magnetizzazione del piano perpendicolare, al campo magnetico principale, relativa un solo tipo di atomo, per esempio l’ossigeno, (ma si può fare anche per altri atomi, idrogeno, sodio, fosforo) poi tramite un software si traduce il segnale ricevuto in immagini che sono il risultato di “una media del fenomeno misurata in “x” tempo”.

Nel caso la misurazione riguardasse l’ossigeno avremmo come immagine visiva sul monitor, l’aumento o la diminuzione del flusso del sangue ossigenato, anche di piccoli vasi sanguinei (capillari) per il prevalere dell’atomo di ossigeno legato all’emoglobina (più ossigeno più attività rilevata), ma è chiaro che l’ossigeno è un componente molecolare anche di altri tessuti diversi dal sangue.

L’assunto è che dove viene richiamato più ossigeno dev’esserci una maggiore attività neuronale, quindi dove c’è più flusso sanguineo c’è più attività “elettro-neuronale”(potenziale d’azione), quindi più attività cognitiva specifica, assunto discutibile.

In realtà il sangue ossigenato, viene richiamato anche per altri motivi, infiammazione, riparazione dei tessuti, crescita neuronale e in tutti i processi metabolici in genere (sintesi proteica, formazione o liberazione dell’energia cellulare) quindi non solo in caso di attivazione neuronale (potenziale d’azione).

Anche si rilevasse la “magnetizzazione” di altri atomi, sempre di misurazione indiretta si tratta, quindi questo non ci dice nulla della specifica attività del neurone: depolarizzazione? Metabolismo? Plasticità neuronale?

E poi a quale fine? Quello di inventare una mappa di funzioni cerebrali per tornare a una sorta di frenologia ottocentesca? E’ questo in modo da far credere di aver dimostrato la localizzazione dei neuroni specchio, e la loro funzione specifica magari una sorta di attivazione dell’empatia in area F5?

Ma com’è possibile tutto questo se ad oggi il modello teorico più sostenibile, di interpretazione del funzionamento neurale, è quello dei “circuiti/reti neurali”?

Perché tornare ancora alla vecchia idea delle aree specifiche per determinate specifiche funzioni, solo per affermare la teoria dei neuroni specchio in modo frenologico?

Molto più semplicemente, il fenomeno osservato chiamato “neuroni specchioriguarda una già nota “polifunzionalità” neuronale, che di per sé spiega come non si possa intendere il funzionamento del cervello in termini di “specifiche aree= specifiche funzioni”, ma solo in termini di “circuiti neuronali” attivanti o disattivanti il propagarsi dell’impulso neuronale, senza alcuna specificità anatomica o biochimica, per quanto riguarda la correlazione ideativo-funzionale , in altre parole né il “il pensiero” né l’attività emotiva, né l’attività affettiva (empatia), hanno una qualche attivazione di una qualche specifica area.

Diverso è il funzionamento neuro-vegetativo, ormonale, immunologico, che non va confuso con il funzionamento ideico-affettivo-emotivo, pur avendo indubbie influenze reciproche.

Inoltre non va sottovalutato che la rilevazione dei segnali fMRI, non è accurata quanto dovrebbe per misurare dei tempi di variazione in millesimi di nanosecondi, che sono i tempi di trasmissione dell’impulso nervoso.

Sono stati dimostrati anche non validi (falsificabilità) e non attendibili, la maggior parte dei modelli teorici su cui si basa la risonanza magnetica funzionale, a causa della sua enorme imprecisione.

Quindi se già il metodo utilizzato sui macachi da: Rizzolati, Gallese, Fogassi e il gruppo di ricercatori pro “neuroni specchio” di Parma, ha dubbia scientificità a causa della sua eccessiva invasività e imprecisione, come è possibile dimostrare la validità degli assunti circa la teoria dei neuroni specchio, attraverso la fRMI sugli uomini, tecnica d’indagine non adeguata per rilevare l’attività neuronale di specifiche funzioni.

L’errore epistemico di fondo è sempre lo stesso: costruire o validare teorie in base allo strumento utilizzato, la fRMI mi rileva solo aree a maggiore concentrazione di un atomo (spin protonici), ma non rileva l’attivazione prodotta dai collegamenti dei neuroni fra loro (potenziali d’azione).

Metaforicamente è come se avessi uno strumento che mi fa una foto satellitare di laghi e mari sulla crosta terrestre, e questo mi portasse a una teoria di “autoproduzione locale di acqua” per spiegarne la formazione, ignorando, i corsi d’acqua che li collegano, gli eventi climatici (pioggia), la forza di gravità…, solo perché la foto satellitare non li può rilevare.

L’fRMI resta di indubbia validità per rilevare l’estensione o meno di alcuni gravi processi neuropatologici, per esempio l’estensione di una emorragia, l’estensione di una necrosi dovuta all’occlusione di un vaso, il riassorbimento o meno di liquidi dovuti a processi infiammatori e controllarne il processo di guarigione.

Concludendo la pretesa di poter validare la teoria dei neuroni specchio attraverso studi condotti sugli uomini con risonanza magnetica è senza dubbio senza fondamento.

P.s. L’obiettivo di questo blog è di tipo divulgativo pertanto i termini scientifici non sempre sono appropriati in quanto adattati alla comprensibilità di tutti (spero).

8 luglio 2016 fMRI, 15 anni di ricerche sul cervello da rifare
Un errore nei software usati per gli studi di risonanza magnetica funzionale potrebbe invalidare qualcosa come 40.000 articoli scientifici che si basano su questa tecnica di imaging.

http://www.focus.it/comportamento/psicologia/15-anni-di-ricerche-sul-cervello-da-rifare

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