In questo video vengono spiegati molto bene i punti della vicenda dell’orsa KJ2 era figlia di Kirke e Jose importati dalla Slovenia nel 1999
In una intervista su RadioRai3 del 31 luglio 2017 il coordinatore del progetto sull’introduzione degli orsi sulle alpi, che erano stati estinti : Claudio Groff al minuto 3.40 del file audio (consiglio di ascoltarlo interamente dura circa 30 minuti)
racconta ciò che ha raccontato la persona che a metà luglio venne aggredita dall’orsa:
il signore ha visto l’orso corrergli incontro e fermarsi a qualche metro di distanza con fare minaccioso e aggressivo
Questo signore è andato verso l’orso e gli ha dato una bastonata in testa e l’orso lo ha aggredito graffiandolo e mordendolo.
a provocare il finto attacco dell’animale potrebbe essere stata secondo Claudio Groff la percezione da parte dell’orsa di una minaccia alla prole.
L’intervista prosegue con Filippo Zibordi
il quale sostiene che per poter parlare di ripopolamento è necessario avere molto più di 100 esemplari altrimenti si correrebbe di nuovo il rischio che si estinguano.
Dal punto di vista psico-sociale sulle vicende dell’uccisione dell’orsa Daniza nel 2014 e ora dell’orsa KJ2 si sono create come due correnti quella maschile che vede il proprio territorio come qualcosa da difendere anche dagli orsi, e quella femminile che vede la vita in particolare la vita dei cuccioli come qualcosa da tutelare a prescindere dalla specie cui appartengono.
E’ come se si scontrassero due modalità esistenziali-culturali opposte quella matrilineare e quella patrilineare.
Il gruppo matrilineare è costituito da animalisti, naturalisti, biologi, creativi e possono esserci donne o uomini fra i leader della protesta, ma il gruppo è costituito in prevalenza da donne senza che questo precluda ampia attività anche da parte degli uomini, gli strumenti principali che utilizzano sono la comunicazione, lo scambio sul web, manifestazioni molto creative e talvolta chiassose, tutti aspetti che rientrano nell’immaginario “procreativo” attribuito al femminile ma esercitabile da entrambi i sessi.
Il gruppo patrilineare è costituito da amministratori politici, giuristi, utilizzatori di tecnologie ingegneristiche e biologiche, cacciatori, in questo gruppo è più raro vedere delle donne, a cui sembra preclusa la possibilità di partecipare, e i maschi sono in netta preponderanza, gli strumenti principali che utilizzano sono più di tipo autoritaristico, ordinanze amministrative di uccisione orsi, ossessivi controlli tecnologici sugli orsi, regolamenti che via via si fanno sempre più restrittivi per gli orsi, sistematico controllo del territorio boschivo. Sono intolleranti alle critiche che vedono come un qualcosa che ingiustamente pone delle ombre alla loro immagine ideale.
In sintesi la questione orso in trentino suscita nelle persone italiani e non, infatti è divenuta di portata internazionale, uno scontro socio-politico che vede nella ridefinizione del “maschile” una necessità di passare da modelli “testosteronici-istintivi” a modelli maschili “cooperativi” più evoluti, rispettosi della vita e verso un ideale antispecista che non sarà ne breve ne facile da affermare in un ottica di sviluppo armonico con l’ambiente naturale della specie vivente.
E’ risaputo che dove gli orsi vengono uccisi, le aggressioni verso gli uomini aumentano, l’ex Governatore della Regione TN.A.A. Sudtirol in questo video afferma che (1.40 del video):
Io mi sono informato sugli orsi in Slovenia ci sono circa sei settecento orsi con dieci aggressioni all’anno di cui uno o due mortale questa è la media, in Ukraina sono molti di più e le aggressioni sono circa una trentina all’anno di cui tre quattro mortali
In Slovenia e Ukraina è molto diffuso il bracconaggio e la caccia all’orso, quindi non c’è da stupirsi se ci sono aggressioni .
I cacciatori come l’ex Governatore della regione autonome TN A.A.S. ovviamente tirano l’acqua al proprio mulino e vogliono far credere che dipenda dal numero di orsi , ma in Slovenia e Ukraina se gli orsi sono di più anche i boschi sono più vasti.
In questo articolo si spiega come si organizzano i cacciatori riguardo le zone est europa Slovenia:
Il contenimento numerico di una specie se questo crea problemi alla popolazione non può avvenire con la caccia all’orso, perché questo aumenta il numero di aggressioni alle persone e l’ostilità dell’orso in generale, può avvenire in modo differente ovvero tramite la sterilizzazione o lo spostamento in altre aree boschive degli orsi.
Chiaro l’approccio è totalmente diverso, la modalità di sterilizzazione andrebbe ponderata, e pensata in modo contingente e selettivo magari più verso un numero ristretto di maschi perché potrebbero essere aggressivi verso le orse femmine che, se sterilizzate non sono propense all’accoppiamento. Certamente una cosa che va ponderata accuratamente ma possibile, non è vero che gli orsi sterilizzati non sopravvivono nei boschi e comunque ci sarebbe un adattamento. Chiaro che l’accettabilità sociale da parte dei maschi umani, in trentino non sarà facile, in quanto questa pratica è affine a simboli di virilità, vedi articolo sulla dominanza.
Inoltre va ripensato l’ecosistema dal punto di vista naturistico, vanno previste piantagioni di piante selvatiche che servano da nutrimento per gli orsi.
Gli orsi possono essere allontanati dai centri abitati dalle guardie forestali con degli spari finti, come avviene in altri posti dove fin ora non hanno avuto bisogno di uccidere nessun orso.
Quello che sta avvenendo ora nella gestione orsi in trentino ha a che vedere con un idea magico infantile di una natura che fa tutto da sola e l’uomo va prende ciò che gli serve e se ne va, incurante degli squilibri che questo modo approssimativo e semplicistico produce.
Anche un utilizzo eccessivo di tecnologia per controllare gli orsi può essere fonte di stress per gli orsi.
in questo video altro rapporto sociale con l’orso altro comportamento dell’orso
Nella tabella a destra K sta per uccisione dell’orso problematico, la tabella a dx si riferisce al progetto gestito dalla sola provincia autonoma del trentino e il documento è denominato Pacobace.
Nel progetto Life Arctos
che riguarda lo stesso progetto per il riequilibrio dell’ecosistema faunistico dell’Appennino e comprende tre regioni, non è prevista l’uccisione dell’orso, nel caso in cui l’orsa difenda i propri cuccioli.
Nel caso di KJ2, anche se il comportamento reattivo e insofferente dell’orso era da ricondurre alla presenza dei cuccioli, sembra sia stato applicato il punto Q l’orso è ripetutamente segnalato in un centro residenziale il che permette ma solo in trentino l’uccisione dell’orso.
Partiamo da un’ interessante ricerca fatta presso la popolazione del Namibia, ( che dimostra come nei confronti dei grossi predatori, possano svilupparsi dei comportamenti sociali di dominanza umana maschile verso l’animale selvatico, che conducono progressivamente ad atteggiamenti d’intolleranza e crudeltà fino a una vera e propria persecuzione verso quella specie di animale. Con conseguente estinzione.
Questi sono in sintesi i passaggi evidenziati nella ricerca:
Ora è noto che a differenza dell’Appennino l’Associazione Cacciatori in trentino è numerosa, politicamente forte, e molti cacciatori sono presenti nelle istituzioni, questo potrebbe influenzare l’orientamento delle loro decisioni.
E’ più probabile che lo stile cognitivo di un cacciatore si avvicini più a quello di una persona ostile verso gli animali e che possa assomigliare più allo stile: “persecutore” ( vedi ricerca) piuttosto che a quello di un operatore che faccia funzionare un ecosistema faunistico distrutto dalle generazioni precedenti.
In trentino usano codici per identificare orsi, nell’Appennino nomi, in trentino hanno un atteggiamento investigativo per controllare gli orsi attraverso l’identificazione del DNA, in Appennino quando arriva Gemma la birichina sono tutti sul balcone a guardarla, nessuno ovviamente si avvicina e si permette di molestarla, l’orso non può essere disturbato perché è un orso.
stai zitta più gridate più s’innervosisce.
Anche l’atteggiamento dei media è molto differente rispetto i comportamenti poco desiderati degli orsi.
Gemma, ghiottona come non mai, è ricomparsa su un albero di ciliegie e le ha fatte fuori tutte.
E’ evidente che la risposta sociale verso gli orsi dell’Appennino è molto diversa rispetto al trentino
Forse che questi abitanti dell’Appennino hanno visto video istruttivi da cui hanno imparato che l’orsa più alzi il tono della voce più s’innervosisce? Non penso, è possibile però che il diverso modo con cui le persone del posto si approcciano alle visite degli orsi sia dovuto al differente modo con cui viene gestito il progetto e certamente contribuisce anche il modo con cui vengono date informazioni sugli orsi dai media locali, cui pare trasparire un certo alone asburgico: “lo ha deciso il Governatore allora significa che andava fatto”
Sta di fatto che di aggressioni e uccisioni di orsi nell’Appennino non si sente parlare mentre in trentino questo accade.
OTTO DEI DIECI ORSI SLOVENI IMPORTATI IN TRENTINO FRA IL 1999 E IL 2002 SONO DECEDUTI: IRMA, BRENTA, VIDA, MASUN, MAYA, JOZE, KIRKA, DANIZA.
Di seguito l’elenco degli orsi rinchiusi o morti (con annesse cause) dall’inizio del progetto ad oggi.
1) JJ2 (Alias ‘Lumpaz’)
SCOMPARSO
Arrivato in Engadina (Svizzera) nell’estate 2005, se ne sono perse le tracce.
2) JJ1 (Alias ‘Bruno’)
ABBATTUTO
Figlio di Jurka e Joze, abbattuto a fine 2006 in Baviera (Germania) e impagliato in un museo.
3) DJ3 (Alias ‘Aurora’)
CONFINATA
Catturata e tenuta a San Romedio (TN) nel giugno del 2007, trasferita a Casteller (TN) nell’aprile 2008.
4) Jurka
CONFINATA
Catturata e sterilizzata nell’ottobre 2007, prima a San Romedio (TN), poi dopo 10 mesi a Casteller (TN), dove però diventa silenziosa ed apatica. A seguito delle richieste da parte degli animalisti viene trasferita nel Parco alternativo per lupi e orsi della Foresta Nera in Germania.
5) JJ3
ABBATTUTO
Abbattuto nel 2008 all’età di 2 anni nel Cantone dei Grigioni in Svizzera.
6) KJ2G1
DECEDUTO PER ANNEGAMENTO IN SEGUITO AD ANESTESIA
Femmina di 2,5 anni, nipote di Jurka, morta annegata nel lago Molveno nel 2008 in seguito a telenarcosi. Colpita mentre cercava cibo nei cassonetti.
7) F11
CAUSE SCONOSCIUTE
Cucciolo di femmina di 3 / 4 mesi i cui resti sono stati rinvenuti in val Nambrone il 26 aprile 2012
8) JJ5
DECEDUTO IN SEGUITO AD ANESTESIA
Morto all’età di 6 anni, nel giugno 2012. Era stata piazzata una trappola a tubo nei boschi intorno a Monte Terlago. La mattina del 12 giugno la squadra della Provincia di Trento, composta da forestali e veterinari, era salita fino alla trappola in attesa dell’orso. Appena l’animale si era infilato nel tubo i veterinari lo avevano anestetizzato per marcarlo tramite radio collare GPS, come da protocollo del progetto. L’animale non si è più risvegliato.
9) M12 (Alias ‘Mico’)
INVESTITO DA UN’AUTO
Maschio di 3 anni, travolto e ucciso da un’auto nel giugno 2012 – Impagliato ed esposto al Museum Ladin Ursus Ladinicus di San Cassiano in Badia.
10) F10
CAUSE SCONOSCIUTE
Orsa di 2,5 anni, morta per cause sconosciute, è stata ritrovata il 20 settembre 2012 nei boschi sopra Caderzone (Val Rendena).
11) DJ1G1
CAUSE SCONOSCIUTE
Orso di 5,5 anni, rinvenuto morto il 22 ottobre 2012 in provincia di Sondrio per cause sconosciute.
12) M13
ABBATTUTO
Fratello di M12, abbattuto in Svizzera nel 2013.
13) M11 (Alias ‘Lorenzo’)
BRACCONAGGIO
Rimasto orfano viene allevato cresciuto ed alimentato da Alberto Staffella del Corpo forestale regionale Trentino. Rimesso in libertà viene ucciso ad opera di bracconieri nel 2013. Corpo mai ritrovato. Ma sembra che i trentini sappiano dove sia stato sepolto il corpo (Val di Gresti).
14) M14
INVESTITO DA UN’AUTO
Fratello di M12 e M13, investito nei pressi di Chiusa nel 2013, impagliato e conservato nel Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige a Bolzano.
15) MJ4 (Alias ‘Dino’)
ABBATTUTO
Dino rischiò di morire strozzato a causa del collare senza drop-off che gli era stato applicato per il monitoraggio. Frequentava l’altopiano di Asiago, scomparso dall’altopiano si vociferò fosse stato ucciso in Veneto e conservato in freezer per essere mangiato. Invece l’orso Dino è stato ucciso il 15 marzo 2013 a Vrhnika in Slovenia, a metà strada tra Postumia e Lubiana, nell’ambito degli abbattimenti consentiti dalle autorità locali. Si pensava che fosse malato di rabbia, dal momento che sbatteva il capo contro le case. Invece si comportava in questo modo in seguito a una ferita al collo: non fu mai reso noto chi o cosa causò tale ferita.
16) M2
BRACCONAGGIO
Padre dei cuccioli di Daniza, ucciso a fucilate nel settembre del 2013 all’età di circa 5 anni dagli abitanti della Val Rendena. Venne colpito alla zampa e poi abbattuto. I responsabili non sono mai stati trovati. L’articolo cui allego il link è raccapricciante testimonianza della mentalità degli abitanti della valle.
17) IDENTITA’ NON NOTA
CAUSE SCONOSCIUTE
Cucciolo trovato morto in val Ambiez il 14 maggio 2014.
18) IDENTITA’ NON NOTA
CAUSE SCONOSCIUTE
Orso trovato morto a Stenico il 4 settembre 2014.
19) DANIZA
ANESTESIA
Uccisa con anestetico il 11 settembre 2014.
STIMA PAT (2013)
STIMA (ricalcolata al 2014)
Di seguito l’elenco degli orsi SCOMPARSI dall’inizio del progetto ad oggi. DJ 2 non rilevato dal 2005
MJ3 non rilevato dal 2006
DJ3?? non rilevato dal 2008
Joze non rilevato dal 2009
F9 non rilevato dal 2009
KJ1G1 non rilevato dal 2010 M5 non rilevato dal 2010 DJ1 non rilevato dal 2011 M9 non rilevato dal 2013 F12 non rilevato dal 2013 M16 non rilevato dal 2013
Masun, Kirka, Vida, Maja dal 2007
DJ3G1 non rilevato dal 2008
GLI ORSI SCOMPARSI
JOZE
Proviene dalla Slovenia ed arriva in Trentino il 22 Maggio 2000, all’età di 5 -6 anni. Nel Luglio 2001 perde il radio collare e viene seguito tramite marca auricolare. Il 18 Novembre dello stesso anno anche la marca au- ricolare smette di trasmettere. Le attribuzioni di paternità, realizzate grazie alle analisi genetiche testimo- niano che tutti i cuccioli nati in Trentino fino al 2005 sono figli dello stesso padre (Joze): l’elevato grado di consanguineità costituisce una seria preoccupazione per lo sviluppo della popolazione (inbreeding depres- sion).
Ultimo avvistamento nel 2009.
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2017 KJ2 Uccisa con arma da caccia di precisione.