Università: sedi provinciali e sado-narcisismo?

Università: sedi provinciali e sado-narcisismo?

Spesso si sente dire che i giovani laureati non sono in grado di produrre servizi e beni utili, quindi i neolaureati non trovano lavoro, ma chiediamoci il perché.

 

E’ evidente che i giovani hanno la loro responsabilità, nel volere tutto al minimo costo e sforzo personale nel fare gioco di squadra fra di loro per ottenere questo, nel fare gioco di squadra anche in modo molto aggressivo per emarginare chi avendo il diritto di esserCI, secondo loro non potrà contribuire a un risultato certo veloce e al minimo costo e per manipolare chi può essere occasionalmente utile in un “usa e getta” umano che fa rabbrividire, il tutto in un gioco di apparenze in cui la cornice ha più importanza del contenuto.

 

Ma ora passiamo ai docenti, dopo aver determinato con insostenibili richieste di lavori di gruppo, pur conoscendo l’alto livello di competitività individuale degli studenti (ottenere il voto più alto) da loro stessi determinato (vantaggi acquisibili per merito) si estraniano dalle vicende relazionali del “livello a loro più basso” (gruppo studenti) giustificando ogni violenza relazionale e psicologica, e già … perché il cosi detto bullismo, non nasce dal nulla ma viene predisposto dopo un lungo processo dai docenti stessi, in quanto sono presenti ai fatti di aggressività sociale sull’eventuale capro espiatorio di turno, ma li ignorano (quando non li condividono con il non verbale… sorrisi di compiacimento) e ignorandoli li giustificano.

 

Se qualche collega aveva dubbi sul fatto che narcisismo e sadismo viaggiano di pari passo, vada a farsi un giretto in qualche aula universitaria e vedendo comprenderà subito.

 

In questo clima già di per se molto pesante spesso i docenti agiscono la solita dissonanza cognitiva, che consiste nel far girare a vuoto in fantomatici laboratori che sembrano mercati, per la rumorosià,  i loro studenti facendogli credere che la complessità della loro materia richiede molto ma molto impegno alla fine, nessuno studente si darà da solo del cretino per aver speso inutilmente tante risorse proprie, al fine di poter passare un esame il cui contenuto non è ancora chiaro ma di certo il valore è pari alle risorse tempo che lui ha messo, quindi attribuisce un valore alto al nulla che gli ha venduto il docente.

 

Alla fine di tot esami si sentirà un super eroe che come in una partita della playStation ha eliminato avversari (altri studenti) ha conquistato crediti formativi in un difficile labirinto in cui a un certo punto ha trovato l’uscita, anche se in realtà era il docente che dopo un po’ gli apriva la porta.

 

Da tutto ciò che ne può uscire? Laureati preparati? Docenti socratici che in un umile scambio di vedute scambiano saperi? Personalità etiche e responsabili che possono agire in modo professionale? Un gruppo di persone che in centri di potere, saprà discernere decisioni opportune per il bene collettivo? Difficile immaginare che da un simile contesto competitivo e ipocrita possa emergere tutto questo, ma possiamo ingenuamente sperare che sarà così, come nel paese delle meraviglie dove la fabulazione di una realtà immaginaria si impone sulle realtà vera.

 

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