Vorrei proporre una riflessione, sull’ipotesi che il tempo e lo spazio non esistano e che siano solo una costruzione della nostra mente. Immaginiamo che ogni entità persona, animale, vegetale eccetera, sia una “individualità” costituita da elementi energetici immateriali. Queste unità energetiche esistono in una dimensione, o forse in un multiverso (molteplici universi) e permette “espressioni energetiche” a secondo del “sottoinsieme dimensionale cui appartiene”, ogni entità è in relazione con altre entità, e le sue “unità energetiche” si “accendono” o “si spengono” e quando si accendono, si accendono contemporaneamente tutte le unità energetiche che sono coerenti e possono entrare in “risonanza” con quella “determinata esperienza”. Se la nostra mente definisce in base alla posizione astronomica (che potrebbe essere solo un’esperienza energetica) un tempo e una spazio, per esempio oggi 13 maggio alle ore .. in questo posto mentre sto scrivendo, definito lo spazio e il tempo un gruppo di elementi energetici di cui siamo costituiti si “accende” ed entra in risonanza producendo un esperienza esistenziale.
Si può pensare che tutto questo sia banale e semplicistico, ma a mio parere potrebbe essere molto interessante, perché secondo questa ipotesi noi viviamo in un tempo infinito (assenza di tempo) in uno spazio infinito (assenza di spazio) e mentre la mia mente costruisce cornici spazio temporali che generano esperienza posso sfiorare cornici spazio temporali passate, e questo lo chiamiamo memoria, o future e questo li chiamiamo fenomeni trascendentali.
Per esempio: a chi non è capitato di ricordare una persona che affermasse: sarebbe morto giovane, poi questo è accaduto davvero, per poi chiedersi: ma come faceva a saperlo? O altri eventi e premonizioni di cui siamo venuti a conoscenza, o fenomeni telepatici, è vero che molto spesso si tratta di aspetti illusori, ma ci sono casi in cui non è auto inganno, e la maggior parte del sapere spirituale vanta di queste esperienze.
In altre parole la nostra esperienza empirica, che necessita di una cornice spazio temporale, potrebbe essere possibile solo se la nostra mente la definisce, tutto ciò che è definito dai sensi: vista olfatto udito… sarebbe una esperienza reale ma possibile solo all’interno di una illusione spazio temporale, e la nostra esperienza empirica sarebbe una parte minima di ciò che la nostra coscienza è in grado di percepire, l’assolutizzazione dell’esperienza empirica sarebbe in se un pregiudizio che limita la conoscenza della verità e non un metodo per distinguere il vero dal falso: dimostrazione scientifica, in un certo senso saremmo talmente immersi da pregiudizi scientifici (che fondano la propria verità sulla dimostrabilità empirica), da poterci considerare in una sorta di oscurantismo pari a quello medioevale.