Una metafora per restituire la psicologia agli psicologi.

Una metafora per restituire la psicologia agli psicologi.

Sempre più spesso si scambiano i piani fenomenologici:

neurologia,

psicologia,

biochimica,

pedagogia,

sociologia.

Per quanto dubiti di poter con una metafora far comprendere meglio quanto sia importante che ognuno si limiti al proprio campo di competenza, senza interferire con la psicologia, tento ugualmente.

La metafora della distribuzione di acqua e dell’acquedotto:

ora immaginiamo che un sistema per la distribuzione di acqua, sia composto sostanzialmente da: fiumi, laghi, tubazioni, acqua, chiuse, dighe e centrali di distribuzione.

Riguardo le tubazioni dobbiamo controllare che non si rompano, altrimenti c’è dispersione di acqua, le tubazioni sono il sistema nervoso, ciò di cui si occupano i neurologi.

Riguardo le chiuse e le dighe dobbiamo controllare che garantiscano una pressione uniforme di acqua, le chiuse e le dighe sono le sinapsi e la biochimica, di ciò si occupano gli psichiatri.

Riguardo l’acqua dobbiamo controllare il suo stato, che non sia ghiacciata perché bloccherebbe il fluire, che non sia bollente perché aumentando di volume aumenterebbe la pressione e romperebbe l’acquedotto in alcuni punti, che non evapori perché diminuirebbe di volume e non arriverebbe ovunque; di questo se ne occupano gli psicologi e gli psicologi psicoterapeuti.

Riguardo le modifiche del progetto dell’acquedotto quando si fanno bisogna controllare che non producano danni in termini di portata e pressione di acqua; di questo se ne occupano i pedagogisti.

Riguardo i fiumi i laghi i mari, i temporali, dobbiamo solo sapere che ci sono e come funzionano, cioè prevedere che il nostro acquedotto non abbondi o scarseggi di acqua, e di questo se ne occupano i sociologi, i quali ci possono precisare quando l’acqua è salata o dolce o inquinata o purissima…

Riguardo le centrali di distribuzione dobbiamo controllare che tutti i dispositivi funzionino ma soprattutto che quanto rilevato dai dispositivi di allarme venga correttamente interpretato, di questo se ne occupa la diagnosi.

Ora, per esempio, il problema è questo: se un dispositivo segnala un calo di pressione:

il neurologo dice è perché le tubazioni sono rotte, e ci mette anni per trovare dove sono rotte.

Lo psichiatra dice è perché ci sono dighe aperte che dovrebbero essere chiuse e ci mette anni a provare ad aprire e chiudere dighe nel tentativo di riportare la pressione al giusto livello (psicofarmaci)

Il pedagogista dice è perché ci vuole una modifica del progetto e ci mette anni a tentare delle modifiche al fine di risolvere il problema (formazione, apprendimento)

Lo psicologo dice è perché l’acqua è ghiacciata in qualche punto o è evaporata per questo c’è un calo di pressione nel sistema e ci mette anni a indagare dove l’acqua è ghiacciata o evaporata.

Il sociologo dice è perché non piove da due anni, nella zona nord ovest del Messico, ma tutti rispondono ma qui l’acqua ancora c’è basta farla confluire nell’acquedotto.

Nessuno che si chieda se il calo di pressione sia avvenuto improvvisamente, quale sia la temperatura esterna, se avviene in modo ricorrente, perché per esempio è ovvio che se avviene in modo ricorrente riguarda lo stato dell’acqua ed è un problema psicologico e non altro, le tubazioni non si rompono e aggiustano da sole e nemmeno le chiuse (qui sto forzando la metafora per dire quanto sia fallace il sistema diagnostico attuale).

Ma la cosa più irritante per uno psicologo e vedere che le tubazioni vengono rotte per scoprire la causa, le chiuse eliminate per vedere se si risolve il problema, anche se la pressione dell’acqua magari a fasi alterne si abbassa, quindi ovvio che si tratta di un problema psicologico.

Ma la cosa più inaccettabile è sentire che neurologi, psichiatri, sociologi, pedagogisti si mettano a parlare di probabili cause sullo stato dell’acqua, quando non distinguono un ghiacciolo da un te caldo, quando scambiano la memoria con l’attenzione, le emozioni con gli affetti, il pensiero onirico con la creatività, ma perché non restano su cose che conoscono senza inventarsi delle psicologie strane che già fra psicologi abbiamo un po’ di problemi a separarle e ci studiamo sopra per anni, e se la si finisse di sostituire l’incertezza caratteristica dello psicologo con facilonerie psicologiche magari in stile counselor?

La psicologia è complessa, faticosa da studiare e se applicata male distrugge l’esistenza di una persona, credetemi, come l’acqua è informe è informe anche la mente, ci vuole competenza e molta sensibilità per sentire le minime differenze di temperatura dell’acqua.

La psicologia non si può inventare né intuire né apprendere in modo perfettamente mnemonico, richiede una predisposizione all’analisi, alla coerenza teorica, all’osservazione, molta sensibilità, costanza e molta esperienza.

 

 

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