di: Una mORSA nel cuore
“Pensavo di farcela, almeno io…
Di sopravvivere alla crudeltà degli uomini.
Poi, la realtà, è arrivata con il rumore di un proiettile.
Meschino, silenzioso e preciso.
Ha lacerato tutto.
Mi è esplosa dentro, la morte, in miriadi di frammenti interni.
E mentre violento e ingiusto è arrivato il buio tetro della fine, avevo davanti agli occhi la luce di un nuovo daccapo: piccole orme, incredule, si sono fermate di getto al mio fianco; piccoli cuori impazziti mi palpitavano accanto, mentre il mio, in una sorda deflagrazione, mi esplodeva in petto, per non battere poi, mai più.
Si allontana incerta, nella trincea di boschi umidi, la corsa di quei passi filiali.
Voci e grida nemiche, si avvicinano correndo.
Odore di sudore, di polvere da sparo e giubilo, pervadono l’aria intorno, adesso.
Resta qui immobile, il mio corpo.
In un luogo così tremendamente ostile e alieno, che per un po’, avevo creduto essere casa.”