Mantova da Porto aperto a città fortezza chiusa.
Seguendo il corso del Rio, che si affaccia sul lago superiore, si arrivava nei secoli scorsi, a un Porto chiamato: Portazzolo, questo porto era antichissimo, e lo si trova nelle cartografie di Mantova già in epoca rinascimentale, all’ingresso del Rio sorgeva una Porta
Oggi vediamo dalle vedute satellitari, come i binari della ferrovia creino di fatto un muro divisorio, lo stesso (1782-1866) che venne costruito come muro di cinta, a difesa dell’arsenale che derivava dalla soppressione del Convento francescano, un secolo di dominazione austriaca, dopo due secoli, influenza ancora questa parte della città, che prima era un porto quindi un luogo di apertura e scambio, diventato poi un muro di cinta militare, quindi chiuso.
L’influenza architettonica sull’identità sociale è spesso sottovalutata, spesso sentiamo gli architetti dire che le montagne sono barriere naturali che influenzano la popolazione rendendola più introversa, come anche il mare che renderebbe più estroversi, ma anche certo radicamento urbanistico e architettonico non è da meno. Non è possibile immaginare che un porto con tanto di navigabilità sul lago che indifferentemente viene trasformato in una barriera impenetrabile, con un muro prima e con dei binari dopo, non abbia alcun effetto sull’identità sociale di chi ci abita o lo frequenta.
qui si vede Porta Pradella e delle imbarcazioni
anche qui vediamo rappresentate diverse imbarcazioni.
La foto fa vedere come era via Pitentino, in fondo una “casa ponte” e altre abitazioni demolite per far posto ad ulteriori binari della ferrovia, siamo nel 1943, e da allora rimarrà questa barriera di binari che impediranno l’accesso al lago superiore, dopo aver soppresso non solo la chiesa di San Francesco rendendola un arsenale verrà mantenuta anche la soppressione del porto Portazzolo sul lago superiore, simbolo di apertura e scambio. Nel 1945 la chiesa di San Francesco venne bombardata e forse anche alcune case adiacenti vennero danneggiate ma perché non ricostruirle? Perché “allargare il muro”?
Dobbiamo iniziare a riflettere su come e quanto l’ambiente urbanistico e architettonico influenza, non solo i comportamenti, ma anche le identità sociali e gli stati interni della mente, e sulla grande responsabilità che hanno sulla salute delle persone: i progettisti, i committenti, i pianificatori urbanistici.
Come rendere accettabile l’idea di poter uccidere animali selvatici quando e come si vuole e con denaro pubblico.
Queste tecniche si basano sulla “Finestra di Overton”. (un sociologo americano)
il processo è in sei passaggi.
Uccidere un orsa con cuccioli
Stadio 0 : in questo stadio il problema non è discusso e non è ammesso dalla gente, caso orsa Daniza milioni di proteste a livello internazionale.
è inaccettabile
scientificità – Stadio 1 : persone presentate come esperti e scienziati fanno dichiarazioni : es. alcuni orsi hanno caratteristiche genetiche che li portano a essere aggressivi e vanno uccisi.
Il problema non suscita più la medesima reazione di indignazione, e comincia ad articolarsi in diversi gradi.
inaccettabile ma con eccezioni
manipolazione linguistica – Stadio 2 : vengono create espressioni eleganti con l’obiettivo è di disconnettere il significato della parola dal suo contenuto nella coscienza sociale. Orsi problematici, orsi dannosi. …La realtà viene elusa: es: assenza di adeguate risorse alimentari per gli orsi nei boschi, comportamenti aggressivi dell’uomo verso gli orsi (bracconaggio, sedazione per radiocollarizzazione ecc) mancanza di strutture di attraversamento (ponti verdi) per animali selvatici: per attraversare strade, ferrovie, autostrade, quindi facilmente si concentrano in alcune zone altrimenti verrebbero investiti.
inizia a diventare accettabile
utilità economica– Stadio 3 : si afferma che il turismo, l’allevamento, l’agricoltura hanno danni a causa degli orsi, eludendo il fatto che non esistono recinti o recinti adatti agli gli orsi, non viene fatta adeguata informazione ai turisti sul comportamento da tenere nel caso si incontrasse un orso ecc…
inizia a essere sensato e razionalmente difensibile
personaggi famosi (testimonial) –Stadio 4 : si fa dire a personaggi famosi es Mesner che è giusto uccidere l’orso facendo comparire questo nei primi posti dei motori di ricerca.
diventa diffuso e socialmente accettabile
legalizzazione – Stadio 5 : es modifica 2015 protocolli PACOBACE si approvano in modo allargato (regioni, ministeri, governi, autonomie, enti di tutela) regolamentazioni totalmente in contrasto con gli obiettivi iniziali e con le direttive europee con il principio giuridico della DEROGA
introdotto a pieno titolo
distorsione etica verso un positivo politico.- Stadio 6 : in nome della principio di autonomia territoriale (autonomia del trentino) si diffonde l’idea che chi abita nel territorio conosce bene il problema eludendo il fatto che chi rappresenta il territorio è espressione minoritaria dell’idea che uccidere un orso quando crea un problema senza pensarci prima è eticamente scorretto.
totalmente accettato e indiscutibile
di Carla Foletto
Oltre che in Europa, sul piano nazionale, ha aggiunto l’assessore, «siamo al lavoro per definire il cosiddetto piano di gestione del lupo» ed «è in elaborazione una norma di attuazione che nelle situazioni di necessità concederà alla Provincia la facoltà di prelevare lupi e orsi». Per i grandi predatori, infatti, la competenza è statale e lo spazio di manovra della Provincia è più ridotto.
Quindi anche la provincia di Bolzano vede nella presenza di animali selvatici, un problema da risolvere solo con una più facile riduzione del numero. In questo caso di lupi.
Ma andiamo con ordine concentrandosi sul focus “perchè KJ2 avrebbe aggredito un anziano”. Da questo articolo si evince che non solo la popolazione orsi è sbilanciata a favore dei maschi che possono uccidere i cuccioli delle orse femmine, abbiamo anche branchi di lupi che possono minacciare la sopravvivenza dei cuccioli e non è raro vedere le orse con un solo cucciolo invece di tre.
Quindi cosa ci possiamo attendere da un ambiente così minaccioso per le orse femmine? Semplice, le femmine si spostano fra l’incudine (lupi e orsi maschi) e il martello (umani quindi ai confini dei paesi) nella speranza di non esserne colpite e ne consegue che sopravvivono solo gli orsi che si sanno difendere e che quindi, sono più aggressivi. Non serve uccidere l’orsa perché i cuccioli se sopravvivono non crescano con un esempio di comportamento predatorio verso le proprietà umane, o eliminare gli elementi che manifestamente mostrano aggressività o comportamento predatorio verso le proprietà umane, via via si formerà una popolazione di animali selvatici sempre più reattiva e facile all’attacco, fino all’estinzione della popolazione stessa ad opera dell’essere umano che nella gerarchia è quello con più capacità di eliminazione di altri esseri viventi. Quindi, non vanno modificate le norme europee, va cambiato a monte il “sistema sociale animale” che popola le montagne. Tra l’altro, fra le più antropizzate d’Europa.
È evidente che il modo con cui è stata gestita la tutela delle specie estinte è fallimentare, questi esperti di progetti di riequilibrio dell’ecosistema alpino hanno prodotto dei sistemi sbilanciati e squilibrati; ma e come può essere successo tutto questo? Semplice! è probabile che i cospicui finanziamenti abbiano attirato degli impostori piuttosto che persone in grado di comprendere un ecosistema e di gestirlo in modo equilibrato.
A questo punto a cosa servono tutte le consulenze di esperti e di etologi che la provincia di Trento dice di pagare se alla fine essi stessi sono parte del problema in quanto incapaci di prevedere situazioni che rendono gli orsi più aggressivi?
O ci dobbiamo accontentare delle loro versioni non argomentate, “a volte è così ogni tanto c’è un elemento aggressivo e va eliminato per salvare il progetto”?
Le valutazioni vanno fatte sui dati di fatto: le orse per proteggere i propri cuccioli sono costrette ad andare ai confini dei paesi, dove anziani con comportamenti incauti le provocano.
Quindi è mancata anche un’informazione capillare, in particolare verso le persone a rischio: gli anziani. Chi gestisce il progetto non ha capito che questa informazione doveva partire già quando un altro anziano, anni fa, aveva detto di aver preso a bastonate l’orso (venne intervistato in occasione dell’uccisione dell’orsa Daniza).
Concludendo con l’autoreferenza, il giustificazionismo e le ordinanze facili di eliminazione di orsi e lupi, avremo come risultato un’altra estinzione di animali selvatici e lo spreco di milioni di euro che erano stati destinati al riequilibrio dell’ecosistema alpino. Di solito quando le cose non funzionano si cambiano le persone invece che uccidere la fauna selvatica (distruggere e stravolgere nel tempo il progetto).
di Otto Ark.
PS: A proposito, anche la gestione della comunicazione mediatica di tipo menzognero e confusivo, non fa che alimentare ulteriore rabbia: KJ2 è stata uccisa una settimana prima del 12 agosto,
Anche qui sotto, un video pubblicato il 13 agosto 2017, dice che è stato in ospedale una settimana; l’aggredito cambia ancora versione dei fatti dicendo che prima l’orsa lo ha aggredito e poi si è difeso e non il contrario come aveva dichiarato al referente del progetto orsi in trentino.
di: Otto Ark, Gloria Kolbe
Ora vediamo da dove parte questa modifica che ottiene di sorvolare i principi delle direttive europee di tutela dell’orso e inserimento faunistico al fine di riequilibrare l’ecosistema
cui derivano finanziamenti cospicui per l’inserimento e la tutela dell’orso in trentino
Vista la nota Prot D334/193497 del 5/04/2013, trasmessa dalla Provincia Autonoma di Trento al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con la quale si rappresenta la necessità condivisa da tutte le Regioni e Provincie autonome interessate dalla presenza dell’orso firmatarie del sopra citato PACOBACE di apportare alcune modifiche a detto piano d’azione, con particolare riferimento agli orsi dannosi.
quindi siamo nel aprile del 2013 e questi sono i politici che hanno voluto dal 2013 al 2015 un inasprimento delle pene per gli orsi problematici fino alla loro uccisione.
Aprile 2013 Provincia di Trento, (Lorenzo Dellai centrosinistra) Ottobre 2013 Ugo Rossi questo articolo di giornale è riferito a un episodio dell’estate del 2014
Provincia di Bolzano, (Durnwalder Alois SÜDTIROLER VOLKSPARTEI) ottobre 2013 Kompatscher Arno sudtiroler cui è stata inviata una petizione
Friuli Venezia Giulia, (Renzo Tondo centro destra) aprile 2013 Debora Serracchiani centrosinistra renziana a favore dell’abolizione della Costituzione Italiana (referendum)
Lombardia, (Roberto Formigoni centrodestra) febbraio 2013 Roberto Maroni lega nord (no comment è la formazione politica che meglio tutela gli interessi dei cacciatori)
si crea il problema di “sovrannumero orsi” per legittimare la caccia all’orso?
Veneto, (Giancarlo Galan centrodestra) 2015 Luca Zala lega nord
Ministero dell’Ambiente (Stefania Prestigiacomo Governo Berlusconi) febbraio 2014 Gianluca Galletti ha favorito la finta anestesia che portò all’uccisione dell’orsa Daniza per poi promuovere questa modifica al PACOBACE che permette l’uccisione di orsa che difende i propri cuccioli.
spiace dirlo ma la modifica per facilitare l’uccisione degli orsi arriva da una prevalenza di governatori di sinistra (a parte l’autonomia di Bolzano) sono tre su cinque (di cui due governatori regionali della Lega Nord) e un Ministro renziano.
La morte dell’orsa Daniza avvenne nel settembre 2014.
In quell’occasione poiché sentimmo questa lamentela sugli orsi dannosi andammo a verificare sul posto, cioè facemmo diverse fotografie ai casolari e alle zone attorno a Pinzolo, Val Rendena, Stenico e la siatuazione era questa:
UN VERO RECINTO qui siamo a Stenico, un allevatore virtuoso, a protezione dagli orsi ha messo fino a otto giri di fili elettrificati, sono fili di plastica gialla che emettono delle scariche elettriche, è il modo corretto di mettere questo recinto, ma l’unico che abbiamo trovato, è vicino alla strada, quindi si può vedere bene passando con l’auto e però è a valle dove è improbabile che l’orso arrivi.
qui siamo in val Rendena in pratica una recinzione inutile per un orso ma qui non ci sono animali.
questo è il cancelletto che Daniza avrebbe rotto per entrare dove c’erano le pecore del sig Pellizzari cosa che le è costata l’uccisione, è chiaro che l’orso non può essere tenuto lontano con recinzioni in legno.
qui sempre in val Rendena ci sono degli animali, un solo giro di filo elettrificato, l’orso può passare tranquillamente sotto il filo.
sempre in val Rendena una mucca in tranquilla attesa che arrivi l’orso da sotto il filo elettrificato, il più delle volte senza che sia collegato alla corrente perché gli allevatori dicono che non vogliono perdere tempo a staccare la corrente per andare dalle bestie.
qui stessa cosa recinti inutili perché l’orso riesce a rompere i recinti in legno.
Allora andiamo a vedere com’è il recinto dove un orsa è rinchiusa
questo è il recinto dove è rinchiusa l’orsa in ferro robusto e elettrificato.
Quindi per tenere un orso rinchiuso sanno fare ottimi recinti per proteggere i capi di bestiame no ma perché?
Abbiamo molte altre foto, che dimostrano la mancanza di segnali che indichino la presenza dell’orso (foto del 2014) l’essenziale è questo.
ecco le risposte che ci hanno fornito:
Concludendo a noi sembra che qui ci marcino tutti, abbiamo una nota trasmessa 5 mesi prima dell’uccisione dell’orsa Daniza, al Ministero dell’Ambiente per poter ottenere di uccidere l’orso anche se è un animale tutelato, abbiamo recinti inesistenti e allevatori che si lamentano dell’inadeguatezza dalla Provincia di Trento nel gestire l’introduzione dell’orso, abbiamo fiumi di risarcimenti concessi per danni al bestiame e alle coltivazioni senza che mai siano stati messi in atto dei controlli seri sulle misure di prevenzione (recinti). E infine abbiamo l’uccisione legittimata dal Ministero dell’Ambiente con la modifica del PACOBACE, uccisione di un orsa che attacca per difendere i suoi cuccioli, procedura che in nessun posto (es Appennini) è ritenuta una procedura corretta.
di: Gloria Kolbe e Otto Ark
In questo articolo pubblicato il 14 agosto dalla BBC
Il wwf ritiene che si debba reintrodurre una specie precedentemente estinta solo se la comunità locale accetta la specie.
i sondaggi sono stati due:
uno all’inizio, nel 1997, e l’altro nel 2003, tutti e due avevano raggiunto pareri positivi per circa il 70%.
I sondaggi avvenivano anche telefonicamente presso le abitazioni dei residenti.
Fra le motivazioni quella più gettonata era che avrebbero portato più turismo.
di: Gloria Kolbe, Bear Law, Otto Ark.
Ad oggi dopo le modifiche del 2015, un orso può essere ucciso per futili motivi,
se si avvicina a un’abitazione (quindi anche nei boschi)
se si avvicina ai paesi o se entra in un paese,
se si nutre di frutti di una coltivazione, o di capi d’allevamento,
se attacca per difendere i cuccioli
o se attacca dopo essere stato molestato o provocato,
se entra in abitazioni anche frequentate saltuariamente. Come fa un orso a sapere che sono frequentate saltuariamente è un mistero.
Otto milioni di euro per un progetto che ha 50 orsi, l’uccisione di KJ2 ci è costata 160.000 euro e per motivi molto più blandi se ne possono andare in fumo altre centinaia di euro di contributi collettivi.
Ma andiamo con ordine:
L’uccisione dell’orsa mamma KJ2 è stata permessa da un documento qcn_32_orso_bruno approvato nel 2008 che elenca i comportamenti cosi detti problematici degli orsi
e le relative azioni: uccisione dell’animale, sorveglianza, costrizione in un recinto.
Il PUNTO R ORSA ATTACCA PER DIFENDERE I CUCCIOLI NON PREVEDE L’AZIONE K UCCISIONE
il 30 luglio 2015 viene modificato il documento
NELL’ORDINANZA EMESSA DAL GOVERNATORE DELLA PROVINCIA DI TRENTO E’ STATO APPLICATO IL PUNTO: ORSA ATTACCA SENZA MOTIVO
2008 DA CHI ERANO STATI DECISI I PROTOCOLLI SOPRACITATI.
Pacobace è l’abbreviazione di
“Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali ”
è stato redatto da un tavolo tecnico interregionale costituito da:
Provincia di Trento, (Lorenzo Dellai centrosinistra)
Provincia di Bolzano, (Durnwalder Alois SÜDTIROLER VOLKSPARTEI)
Friuli Venezia Giulia, (Renzo Tondo centro destra)
Lombardia, (Roberto Formigoni centrodestra)
Veneto, (Giancarlo Galan centrodestra)
Ministero dell’Ambiente (Stefania Prestigiacomo Governo Berlusconi)
è stato formalmente adottato dalle Amministrazioni territoriali coinvolte e approvato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con Decreto direttoriale n. 1810 del 5 novembre 2008.”
Coordinamento istituzionale Pier Luigi Fiorentino architetto)
Coordinatore Provincia di Trento Claudio Groff giurista.
Supervisione scientifica Piero Genovesi. Laurea Scienze Naturali Sapienza di Roma (1989 ) Dottorato in Biologia Evoluzionistica 1993)
Tecnico incaricato della stesura Fraquelli Cristina veterinario
DA CHI SONO STATE DECISE LE MODIFICHE 2015 (MINISTRO AMBIENTE GALLETTI) CHE LEGITTIMANO AD UCCIDERE UN ORSO PER UN NON NULLA ? MISTERO
APPENA LO VERREMMO A SAPERE VI AGGIORNEREMO.
In questo video vengono spiegati molto bene i punti della vicenda dell’orsa KJ2 era figlia di Kirke e Jose importati dalla Slovenia nel 1999
In una intervista su RadioRai3 del 31 luglio 2017 il coordinatore del progetto sull’introduzione degli orsi sulle alpi, che erano stati estinti : Claudio Groff al minuto 3.40 del file audio (consiglio di ascoltarlo interamente dura circa 30 minuti)
racconta ciò che ha raccontato la persona che a metà luglio venne aggredita dall’orsa:
il signore secondo quanto riportato da Groff, ha visto l’orso corrergli incontro e fermarsi a qualche metro di distanza con fare minaccioso e aggressivo; questo è il tipico comportamento del “finto attacco” di una mamma orsa che difende i propri cuccioli.
Questo signore poi è andato verso l’orso e gli ha dato una bastonata in testa e l’orso lo ha aggredito graffiandolo e mordendolo.
a provocare il finto attacco dell’animale potrebbe essere stata secondo Claudio Groff la percezione da parte dell’orsa di una minaccia alla prole.
L’intervista prosegue con Filippo Zibordi
il quale sostiene che per poter parlare di ripopolamento è necessario avere molto più di 100 esemplari altrimenti si correrebbe di nuovo il rischio che si estinguano.
di: Otto Ark
In questo video vengono spiegati molto bene i punti della vicenda dell’orsa KJ2 era figlia di Kirke e Jose importati dalla Slovenia nel 1999
In una intervista su RadioRai3 del 31 luglio 2017 il coordinatore del progetto sull’introduzione degli orsi sulle alpi, che erano stati estinti : Claudio Groff al minuto 3.40 del file audio (consiglio di ascoltarlo interamente dura circa 30 minuti)
racconta ciò che ha raccontato la persona che a metà luglio venne aggredita dall’orsa:
il signore ha visto l’orso corrergli incontro e fermarsi a qualche metro di distanza con fare minaccioso e aggressivo
Questo signore è andato verso l’orso e gli ha dato una bastonata in testa e l’orso lo ha aggredito graffiandolo e mordendolo.
a provocare il finto attacco dell’animale potrebbe essere stata secondo Claudio Groff la percezione da parte dell’orsa di una minaccia alla prole.
L’intervista prosegue con Filippo Zibordi
il quale sostiene che per poter parlare di ripopolamento è necessario avere molto più di 100 esemplari altrimenti si correrebbe di nuovo il rischio che si estinguano.
Dal punto di vista psico-sociale sulle vicende dell’uccisione dell’orsa Daniza nel 2014 e ora dell’orsa KJ2 si sono create come due correnti quella maschile che vede il proprio territorio come qualcosa da difendere anche dagli orsi, e quella femminile che vede la vita in particolare la vita dei cuccioli come qualcosa da tutelare a prescindere dalla specie cui appartengono.
E’ come se si scontrassero due modalità esistenziali-culturali opposte quella matrilineare e quella patrilineare.
Il gruppo matrilineare è costituito da animalisti, naturalisti, biologi, creativi e possono esserci donne o uomini fra i leader della protesta, ma il gruppo è costituito in prevalenza da donne senza che questo precluda ampia attività anche da parte degli uomini, gli strumenti principali che utilizzano sono la comunicazione, lo scambio sul web, manifestazioni molto creative e talvolta chiassose, tutti aspetti che rientrano nell’immaginario “procreativo” attribuito al femminile ma esercitabile da entrambi i sessi.
Il gruppo patrilineare è costituito da amministratori politici, giuristi, utilizzatori di tecnologie ingegneristiche e biologiche, cacciatori, in questo gruppo è più raro vedere delle donne, a cui sembra preclusa la possibilità di partecipare, e i maschi sono in netta preponderanza, gli strumenti principali che utilizzano sono più di tipo autoritaristico, ordinanze amministrative di uccisione orsi, ossessivi controlli tecnologici sugli orsi, regolamenti che via via si fanno sempre più restrittivi per gli orsi, sistematico controllo del territorio boschivo. Sono intolleranti alle critiche che vedono come un qualcosa che ingiustamente pone delle ombre alla loro immagine ideale.
In sintesi la questione orso in trentino suscita nelle persone italiani e non, infatti è divenuta di portata internazionale, uno scontro socio-politico che vede nella ridefinizione del “maschile” una necessità di passare da modelli “testosteronici-istintivi” a modelli maschili “cooperativi” più evoluti, rispettosi della vita e verso un ideale antispecista che non sarà ne breve ne facile da affermare in un ottica di sviluppo armonico con l’ambiente naturale della specie vivente.
di: Una mORSA nel cuore
“Pensavo di farcela, almeno io…
Di sopravvivere alla crudeltà degli uomini.
Poi, la realtà, è arrivata con il rumore di un proiettile.
Meschino, silenzioso e preciso.
Ha lacerato tutto.
Mi è esplosa dentro, la morte, in miriadi di frammenti interni.
E mentre violento e ingiusto è arrivato il buio tetro della fine, avevo davanti agli occhi la luce di un nuovo daccapo: piccole orme, incredule, si sono fermate di getto al mio fianco; piccoli cuori impazziti mi palpitavano accanto, mentre il mio, in una sorda deflagrazione, mi esplodeva in petto, per non battere poi, mai più.
Si allontana incerta, nella trincea di boschi umidi, la corsa di quei passi filiali.
Voci e grida nemiche, si avvicinano correndo.
Odore di sudore, di polvere da sparo e giubilo, pervadono l’aria intorno, adesso.
Resta qui immobile, il mio corpo.
In un luogo così tremendamente ostile e alieno, che per un po’, avevo creduto essere casa.”
E’ risaputo che dove gli orsi vengono uccisi, le aggressioni verso gli uomini aumentano, l’ex Governatore della Regione TN.A.A. Sudtirol in questo video afferma che (1.40 del video):
Io mi sono informato sugli orsi in Slovenia ci sono circa sei settecento orsi con dieci aggressioni all’anno di cui uno o due mortale questa è la media, in Ukraina sono molti di più e le aggressioni sono circa una trentina all’anno di cui tre quattro mortali
In Slovenia e Ukraina è molto diffuso il bracconaggio e la caccia all’orso, quindi non c’è da stupirsi se ci sono aggressioni .
I cacciatori come l’ex Governatore della regione autonome TN A.A.S. ovviamente tirano l’acqua al proprio mulino e vogliono far credere che dipenda dal numero di orsi , ma in Slovenia e Ukraina se gli orsi sono di più anche i boschi sono più vasti.
In questo articolo si spiega come si organizzano i cacciatori riguardo le zone est europa Slovenia:
Il contenimento numerico di una specie se questo crea problemi alla popolazione non può avvenire con la caccia all’orso, perché questo aumenta il numero di aggressioni alle persone e l’ostilità dell’orso in generale, può avvenire in modo differente ovvero tramite la sterilizzazione o lo spostamento in altre aree boschive degli orsi.
Chiaro l’approccio è totalmente diverso, la modalità di sterilizzazione andrebbe ponderata, e pensata in modo contingente e selettivo magari più verso un numero ristretto di maschi perché potrebbero essere aggressivi verso le orse femmine che, se sterilizzate non sono propense all’accoppiamento. Certamente una cosa che va ponderata accuratamente ma possibile, non è vero che gli orsi sterilizzati non sopravvivono nei boschi e comunque ci sarebbe un adattamento. Chiaro che l’accettabilità sociale da parte dei maschi umani, in trentino non sarà facile, in quanto questa pratica è affine a simboli di virilità, vedi articolo sulla dominanza.
Inoltre va ripensato l’ecosistema dal punto di vista naturistico, vanno previste piantagioni di piante selvatiche che servano da nutrimento per gli orsi.
Gli orsi possono essere allontanati dai centri abitati dalle guardie forestali con degli spari finti, come avviene in altri posti dove fin ora non hanno avuto bisogno di uccidere nessun orso.
Quello che sta avvenendo ora nella gestione orsi in trentino ha a che vedere con un idea magico infantile di una natura che fa tutto da sola e l’uomo va prende ciò che gli serve e se ne va, incurante degli squilibri che questo modo approssimativo e semplicistico produce.
Anche un utilizzo eccessivo di tecnologia per controllare gli orsi può essere fonte di stress per gli orsi.
in questo video altro rapporto sociale con l’orso altro comportamento dell’orso