Laboratorio l’arca |
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Per secoli le iconi sono state dipinte nei monasteri o da monaci itineranti come nel caso del monaco russo Rublev (Guillem Ramos Poquì 1991)
Il prototipo iconografico di questa icona si trova nel Museo di Leningrado (San Pietroburgo-Russia) venne dipinta alla fine del XIV sec. dalla Scuola di Novgorod. (Victor Lazareff 1962)
Rappresenta S. Giorgio e il drago che nella devozione popolare è considerato il protettore dei contadini. (ibidem)
L’icona è dipinta “sulla parte esterna” di una tavola di legno massicio che normalmente da la tipica curvatura caratteristica delle icone, sopra è stata fissata una tela di cotone che dovrebbe permettere al dipinto di mantenersi anche se la tavola modifica la sua forma; nei primi quattro strati di gesso è stato utilizzato un gesso più stabile (carbonato di calcio) nei sucessivi un gesso più assorbente (solfato di calcio).
La doratura dell’aureola è in oro foglia libera
Tecnica pittorica: sono stati utilizzati solo pigmenti naturali (terre, minerali) secondo l’antica tecnica iconografica della tempera all’uovo ( campiture con tecnica a laghetto e sucessive velature di colore sempre molto diluite al fine di permettere un maggiore assorbimento ) i particolari sono stati trattati con tecnica a secco la quale permette una maggiore precisione ma va in contro a maggior vulnerabilità specie nel trattamento con olifa.
Al termine sulla tavola è stata stesa a più riprese, a secondo dei punti a maggiore assorbimento, olifa (olio di lino e sali di cobalto uniti a caldo) al fine di creare uno strato protettivo e trasparente. |