studio
tel 0376360278 - 3926255541 fax
0376-360.278
cell
(0039)392.62.555.41
Psicologa-Psicoterapeuta P.I.002212020206
Ordine degli Psicologi della Lombardia iscritta dal
27/09/1999
studio: via Solferino e San Martino 33 Mantova rc Professional Allianz
psicologia-info
La psicologia cognitiva si occupa :
di tutti i processi
che vengono attivati dalla mente umana nell’elaborare le informazioni che provengono dal mondo esterno (Lindsay e Norman 1977 e Human information processing: An introduction to psychology (1972) in collaboration with Peter H. Lindsay (first author)
Un testo molto di moda all'inizio del XX secolo nello studio della psicologia negli Stati Uniti fu Behaviorism di John B. Watson (1924) Il tema centrale del libro era costituito da un'opzione metodologica: quella di costruire una psicologia fondata unicamente sul COMPORTAMENTO MANIFESTO, cioè su quanto del comportamento di una persona può venire osservato direttamente, da cui seguì il cosidetto comportamentismo che si limitava a misurare risposte a stimoli in quanto osservabili.
Il cognitivismo invece fece riemergere quanto il comportamentismo aveva respinto e ripropose l'IMPORTANZA DI COMPRENDERE CIO' CHE NON E' OSSERVABILE ovvero le trasformazioni subite dall'informazione nel corso degli eventi fra stimolo e risposta e in tal senso dal punto di vista metodologico il cognitivismo, misurando ciò che non è direttamente osservabile si dissocia dal comportamentismo creando una corrente teoretica e metodologica a sè stante.
George Miller (1956) dimostrò che la LIMITATA CAPACITA' della memoria a breve termine è responsabile dei limiti di prestazione in una grande varietà di compiti E QUESTA LIMITATEZZA NON E' OSSERVABILE MA DIMOSTRABILE quindi dal punto di vista metodologico seppur si tratta di approcci completamente diversi troviamo maggiore affinità con lo studio di materiale non osservabile quale quello onirico (Freud) piuttosto che con il comportamentismo.
Nel 1958 Donald Broadbent teorizzò il modello del filtro applicato ai compiti di ascolto selettivo in quanto era evidente che due messaggi presentati simultaneamente a un orecchio fossero difficilmente percepibili vi era pertanto un'alternanza d'ascolto e una ricostruzione a posteriori distorta ma percepita come esatta dall'ascoltatore.
In questo caso per il comportamentismo il "comportamento osservabile" sarebbe la convinzione di esattezza dell'ascoltatore cosa molto diversa da quanto il cognitivismo si proponeva di studiare.
Il termine cognitivo designa, da un lato, un
gruppo
specifico di processi psicologici
che sono quelli più strettamente legati
alla
conoscenza; dall'altro, invece, non
designa un'area di problemi della
psicologia, ma un modo di studiare la
mente umana, un modo di fare psicologia
per cui si usa l'espressione
‘cognitivista’.
Per il comportamentismo
l’oggetto della psicologia é ciò che è osservabile;
esso descrive il comportamento in termini di stimolo-risposta,
trattando ciò che sta nel mezzo come fosse una scatola nera e studia
le leggi dell'apprendimento basandosi sull'idea dell'associazione
tra gli stimoli e le risposte. La corrente più nota del
comportamentismo è il famoso condizionamento operante o strumentale
di Skinner.
Il cognitivismo
è partito dall'idea che questi modelli di
apprendimento non fossero in grado di dare conto della complessità
dei processi cognitivi. L'obiettivo della scienza psicologica
consiste per il cognitivismo nel comprendere proprio ciò che avviene
nella scatola nera, tra lo stimolo e la risposta. Ha inoltre
considerato la mente umana come un sistema di elaborazione
dell'informazione.
Il cognitivismo moderno si chiama infatti
‘Human
Information Processing’,
processamento dell'informazione da
parte
dell'uomo.
Una critica che si rivolge spesso al
cognitivismo
è di aver sostituito la scatola
nera del comportamentismo, con altre
scatole nere più piccole:
tuttavia, con questi modelli il cognitivismo è
in
grado di analizzare un processo
mentale nei suoi gradini intermedi.
Oltre allo studio della memoria e delle
immagini
mentali, il cognitivismo si è
occupato di altri aspetti della mente
umana, quali la formazione dei
concetti,
del linguaggio e il rapporto tra
pensiero e
linguaggio.
Vygotskij, psicologo russo prematuramente
scomparso,
nel suo libro “Pensiero e
linguaggio”, polemizza con la corrente
comportamentista in auge negli anni
trenta.
Considera l’apprendimento strettamente
legato alla crescita del linguaggio.
La comunicazione verbale è considerata un
mezzo per lo sviluppo cognitivo e la “costruzione della mente”.
Comunicazione e processi di apprendimento
sono
correlati. Le funzioni psico-intellettive
sono viste prima come attività sociali
(inter-psichiche)
e poi come attività
individuali (intra-psichiche).
Il linguaggio è lo strumento di
mediazione/comunicazione fra l’individuo e l’ambiente che lo
circonda.
Il cognitivismo ha dimostrato che noi riconosciamo la parola
e
non i singoli
caratteri.
Il cognitivismo ha creato dei modelli in grado di
evidenziare quando il processo avviene dal basso, cioè dai dati
verso le categorie, o dall'alto dalle categorie ai dati.
Il cognitivismo
ha
accantonato
il problema della coscienza e in tal senso è proceduto nello studio
della psiche in modo scientifico.
Si suppone che i processi di elaborazione
dell'informazione non siano consapevoli: si suppone, cioè, che noi
non siamo in grado di conoscere le regole mediante le quali
elaboriamo le informazioni in entrata nel nostro sistema
conoscitivo.
Gran parte dei processi cognitivi
sono di tipo inconscio, sono cioè processi
‘silenti
o taciti’.
Il cognitivismo, concependo la mente in
termini
di processo e di informazione,
consente di dar conto anche di altri
tipi di
processi che vanno dalla motivazione
alla
teoria degli scopi, della decisione e
della
pianificazione: oggi è possibile
studiare
anche i processi emotivi.
La mente è un elaboratore di
rappresentazioni. Per questo motivo il computer, un sistema che
elabora trasforma e lavora con simboli e strutture simboliche, è
stato usato come modello della mente umana.
John Searle
ha contrastato molto l'idea che un computer
possa
avere un' attività mentale,
attraverso la famosa obiezione della
stanza cinese.
pagina modificata il 13 luglio 2010