Ansia “buona”, “ansia disadattiva” e “non è ansia”...
Fra gli aspetti più complessi da valutare, durante le fasi iniziali di un
processo terapeutico, troviamo una prima importante differenziazione da fare
fra: “attivazione funzionale” e “attivazione disadattiva”; nel primo caso è
peggiorativo inibire l'ansia nel secondo è utile farlo.
Articolo a cura di
Dr.ssa Carla Foletto.
Fra gli aspetti più complessi da valutare, durante le fasi iniziali di un
processo terapeutico, troviamo una prima importante differenziazione da fare
fra: “attivazione funzionale” e “attivazione disadattiva”; nel
primo caso è peggiorativo inibire l'ansia nel secondo è utile farlo.
Se consideriamo “l'ansia” , stato della mente noto a quasi tutti (ma la
stessa cosa vale per l'umore, il controllo pulsionale ecc), possiamo trovare
differenti modalità concausalmente attivanti che però all'osservatore appaiono
identiche nell'espressione esterna del "co mportamento sostenuto da ansia" ( es:
eloquio veloce, rossore, sudorazione, polipnea …).
Per approcciarsi in modo terapeuticamente corretto il professionista, deve
riconoscere la “concausalità attivante”, per evitare per esempio di andare ad
inibire (magari psicoterapeuticamente o farmacologicamente) una risposta
psichica necessaria al soggetto.
Per fare un'analogia, è come se si trattasse di febbre (risposta fisiologica
dell'organismo a stimoli endogeni o esogeni caratterizzata dalla elevazione
della temperatura), cioè l'ansia può essere considerata una risposta psichica
della mente a stimoli interni o esterni o contemporaneamente sia interni che
esterni a volte di tipo difensivo e adattivo, altre volte di tipo disadattivo e
invalidante.
Se l'attivazione psichica “aurosal” e il persistere di questa, “intensificatasi
come ansia”, non vengono riconosciuti in modo corretto, possono coinvolgere
oltre alle funzioni emotive della mente: quelle affettive (attaccamento),
quelle fisiologiche (somatizzazioni) e quelle cognitive (delirio);
per rimanere nell'analogia è come se un'infezione non riconosciuta si estendesse
su altre parti dell'organismo.
Già da mezzo secolo in
psicologia
esiste una prima differenziazione in “ansia di stato” e “ansia di
tratto” che ad oggi è insufficiente per una diagnosi corretta, in ogni caso
l'errore diagnostico più serio è quello di valutare l'ansia solo dal
comportamento
visibile che ha il paziente, in quanto, come la febbre questo appare identico.
Infatti come la febbre resta sempre febbre, sia che si tratti di una infezione
virale, una forma tumorale, o una lesione urologica, e comunque ci parla solo
della risposta dell'organismo e non di ciò che ha causato questa febbre anche
l'ansia ci parla della risposta psichica e non da cosa deriva tale risposta.
Esemplificando potremmo avere la classica “ansia da esame scolastico” con le
seguenti varianti:
1
Deriva da una rappresentazione di eventi frustranti quindi non è
ansia
ma bassa tolleranza alla
frustrazione
(se poi non passo l'esame ….) .
2
Deriva dalla consapevolezza di avere poche risorse per affrontare l'evento,
ansia funzionale (non ho studiato e stò rischiando di fare una pessima figura)
3
Deriva da una falsa conoscenza di sé (non ho studiato come avrei dovuto rischio
di fare brutta figura ma il soggetto ha studiato ed è invece molto preparato )
4
Deriva da una forte pressione dell'ambiente famigliare che impone al soggetto di
adattarsi a un falso io ( non volevo fare l'ingegnere preferivo fare il
musicista ma la famiglia ha voluto ….)
5
Deriva da una iperattivazione a seguito di una ipoattivazione dovuta a motivi
esistenziali-situazionali ( sono da poco morti i genitori in un incidente
stradale, il soggetto ha iper-controllato la reazione emotiva a questo evento ma
durante l'esame perde il controllo dell'intensità delle proprie emozioni)
6
Deriva da una attivazione utile al soggetto per mettere in campo tutte le
risorse a sua disposizione e per raggiungere il suo obiettivo: superare l'esame
con la migliore valutazione possibile (attivazione psico-adrenergica di tipo
psico-adattivo/funzionale alla situazione e alle motivazioni)
e potremmo trovare molte altre “cause-concause” ma una considerazione andrebbe
fatta riguardo questo esempio: i punti 1,3,4 non derivano principalmente da
aspetti emotivi ma:
1, pulsionale; 3, identitario; 4, relazionale-sistemico-familiare; solo il punto
5 ha a che fare principalmente con le
emozioni
e il punto 2 con le motivazioni.
I punti 1,3,4, richiederebbero un'elaborazione (psicoterapia) da parte del
soggetto.
In questi casi “la presunta ansia” è principalmente un sintomo che non andrebbe
inibito né farmacologicamente né con psicoterapie centrate sul sintomo perchè
non riguarda strettamente l'attivazione emotiva (ma la pulsione o l'identità o
le relazioni) e pertanto il problema non verrebbe risolto.
Il punto 5 invece riguarda strettamente la vita emotiva del soggetto e può
essere utile inibire l'eccessiva risposta emotiva perchè essa può diventare
disadattiva (il soggetto inizierebbe ad avere pessime prestazioni scolastiche a
causa di ciò potrebbe venire bocciato e peggiorare la propria percezione
esistenziale già critica per la morte dei genitori, quindi si creano le premesse
per ulteriori e più gravi risposte emotive).
Il punto 2 riguarda probabilmente la
motivazione
del soggetto (può essere utile una
consulenza
psicologica).
Il punto 6 riguarda una risposta utile e adattiva, quindi assolutamente da non
inibire con automedicazioni, come quando si suda durante uno sforzo fisico nella
stessa misura aumenta l'attivazione psichica (aurosal) quando la situazione
richiede uno sforzo cognitivo come nel caso dell'esame da superare.
Lungi dal voler esaurire in poche righe la spiegazione sulla complessità del
funzionamento psichico a fronte di alcune risposte che possono apparire
appartenenti ad un unico processo fenomenico (ansia), resta il fatto che troppo
spesso le persone si trovano con problemi psicologici che si sono ingigantiti
solo perchè hanno cercato risposte in contesti dove non c'erano le adeguate
competenze (amici, familiari, libri, web) e che quindi valutavano dall'apparenza
ciò che, se si tratta di psiche, è assolutamente sconsigliato fare.